a cura dell’Ufficio Credito
Capita spesso che in momenti come questi di alta competitività tra imprese alcuni settori merceologici sono poco appetibili per il sistema bancario, soprattutto per la diminuzione di liquidità. Sembra, quasi, che gli istituti sono a caccia di “cattivi pagatori” per mettere in discussione l’affidabilità finanziaria e limitare le concessioni di credito.
Come se non bastasse per le Imprese ci si e’ messo anche il Rating di Legalità.
Analizziamo, in sintesi, alcuni aspetti della complessa questione.
– a) Affidabilità finanziaria.
Il cattivo pagatore dovrebbe avere diritto a conoscere il proprio dossier. Molte volte le banche rifiutano linee di credito imputando la presenza del nominativo dell’imprenditore e dei suoi garanti in liste di cattivi pagatori.
Come fare?
Semplicissimo. Prima della richiesta di finanziamento inviare a Crif la richiesta per conoscere i propri dati mediante la procedura veloce, seguendo il percorso guidato su www.crif.it (fornendo un indirizzo e-mail la risposta e’ garantita nel giro di pochissimi giorni).
Molte volte però i dati che impediscono la concessione di fido provengono da banche dati quali Cerved, di più agevole accesso solo per gli operatori bancari.
L’imprenditore quindi, a seguito di rifiuto da parte della banca deve, semplicemente richiedere copia del proprio dossier personale. Di certo può incontrare le solite resistenze da parte dell’istituto di credito ma, dal gennaio di questo anno, tale richiesta, rappresenta un vero e proprio diritto. Infatti, la Corte di Cassazione, con sentenza 349 del 9 gennaio 2013 ha stabilito il diritto di conoscere l’esistenza di segnalazioni negative in merito all’affidabilità finanziaria entro il termine di 15 giorni dalla richiesta. Se risultasse vana tale richiesta e’ possibile presentare istanza all’Ufficio Reclami della banca, la quale dovrà rispondere entro 30 gg.
In Estrema ratio rimangono l’arbitro bancario finanziario o ingiunzione al giudice ordinario.
– b) Rating di legalità per le imprese.
Il 15 novembre 2012 l’autorità garante della concorrenza e del mercato ha approvato il regolamento che disciplina l’attribuzione alle imprese del rating di legalità.
L’articolo 5-ter del dlgs n. 1/2012 dispone che si deve tener conto del rating di legalità in occasione di concessione di finanziamenti pubblici e di accesso al credito bancario.
Le banche che non tengono conto del rating attribuito dall’Autorità in sede di concessione delle linee di credito alle imprese devono fornire dettagliata giustificazione alla Banca d’Italia.
L’attribuzione del rating di legalità può essere richiesto dalle imprese che posseggono i seguenti requisiti:
– 1. Operative in Italia
– 2. Fatturato minimo euro 2.000.000,00 anno precedente alla richiesta
– 3. Iscrizione CCIAA da almeno due anni
L’elenco delle imprese cui e’ stato attribuito il rating di legalità verrà pubblicato sul sito dell’Autorità e sarà costantemente aggiornato con l’indicazione di eventuali sospensioni e revoche.
– c) Conclusioni
All’impresa che richiede un finanziamento interessa quasi esclusivamente l’ottenimento di flussi finanziari. Tali informazioni e procedure hanno un senso solo se conosciute od avviate con largo anticipo prima della richiesta di crediti bancari o finanziamenti della Pubblica Amministrazione. Pertanto, e’ sempre consigliabile all’imprenditore affidare l’incarico a soggetti specializzati quali le associazioni imprenditoriali e i confidi per conoscere la propria affidabilità finanziaria.