“In arrivo 200 miliardi di lire per l’internazionalizzazione
AIUTI ALLE AZIENDE CAMPANE: ATTENZIONE ALLA CONCORRENZA
La Regione Campania ha approvato diciannove delibere
Destinati per le Attività produttive circa 1.250 miliardi”
Il 15 novembre scorso la Regione ha approvato 19 delibere in materia di Attività produttive, prevedendo uno stanziamento totale di oltre 1.250 miliardi, di cui una quota consistente, pari a 200 miliardi dei fondi Por, destinata al Programma di internazionalizzazione della Campania.
Insistere sul tema degli incentivi all’export manifesta la volontà dell’assessorato di sensibilizzare le Pmi verso l’apertura a nuovi mercati di sbocco in vista della costituzione dell’Area di Libero Scambio Mediterraneo, che avverrà nel 2010.
Ancora prima di questo appuntamento, bisogna rilevare che dopo i fatti dell’11 settembre un’altra importante modificazione del sistema geoeconomico si è avuta sulla base degli accordi internazionali intrapresi nella IV Conferenza sul Commercio Mondiale.
Nei giorni scorsi diversi temi sono stati affrontati durante il vertice di Doha, nel Qatar, ed è stata sancita l’ammissione a pieno titolo di Cina e Taiwan nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) che, ad oggi, annovera al suo interno cento quarantaquattro Stati membri.
L’ingresso della colossale macchina produttiva cinese, finora Paese per eccellenza ad economia chiusa, rappresenta un’opportunità di scambi commerciali di grande rilievo, ma che deve essere ben compresa per non incappare nei suoi risvolti negativi.
Infatti, se da un lato, la caduta delle barriere doganali favorisce l’accesso ad un vasto mercato di potenziali consumatori, l’altra faccia della medaglia è la concorrenza che si innescherà con i loro prodotti venduti a costi più contenuti, ma di qualità inferiore.
A temere l’“invasione” cinese sono il settore tessile, calzaturiero e delle ceramiche.
In un incontro sull’analisi del comparto tessile nel Mezzogiorno, il presidente di Sistema Moda Italia Vittorio Giulini ha sottolineato come la “sfida” per l’Italia vada combattuta necessariamente sul piano della qualità e non dei costi.
Il Made in Italy è garanzia in tal senso, e viene riconosciuto e premiato dai consumatori stranieri per i tessuti, le tecniche e la tradizione stilistica.
La moda italiana è dato dalla ricercatezza delle creazioni, che affonda nella storia: proprio a questa che bisogna fa riferimento – ribadisce Giulini – pur continuando nelle innovazioni.
Questa stessa strategia va applicata per le ceramiche.
Anche quì la paura di dover competere con la Cina rischia di innescare un meccanismo vizioso a discapito della qualità, anziché permetterne la valorizzazione.
Non possono essere confuse le seppur pregevoli imitazioni cinesi con la produzione degli artigiani napoletani, che continuano nel tempo la tradizione di fine ‘700 della Real Fabbrica di Capodimonte.
Queste ultime si andranno a collocare in una diversa nicchia di mercato, quella di fascia alta, che consente di fissare adeguatamente i prezzi di vendita nel rispetto delle differenze.
La qualità del prodotto italiano va dunque tutelata con i disciplinari di produzione e sostenuta con una forte opera di promozione del marchio doc.
A tal proposito è possibile reperire informazioni su come ottenere la certificazione di qualità rivolgendosi presso la Claai: Telefono 081/ 5541574.
Valeria Godono
dal Notiziario CLAAI – Dicembre 2001