di ALESSANDRO LIMATOLA – Segretario Generale CLAAI
Il recente Decreto del Fare ha dimostrato che il Governo Letta inizia ad occuparsi seriamente della produttività e della competitività delle Imprese.
L’alleggerimento delle norme sul lavoro e gli incentivi alle assunzioni ne sono l’espressione più evidente
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Occorre ora intervenire in altre aree: Sud e comparto manifatturiero.
Sono le aree grazie alle quali l’Italia può uscire dallo stallo attuale e ripartire.
Il manifatturiero italiano si trova a gestire difficoltà da oltre 15 anni.
E’ vaso di coccio tra vasi di ferro: da un lato la Germania e dall’altro la Cina.
E’ proprio questo esattamente il principale dei problemi di competitività che si è trovato ad affrontare il Mezzogiorno d’Italia nel medesimo periodo: si è persa competitività sia nei confronti dei paesi europei che più di noi hanno investito in generale nella ricerca e nell’innovazione tecnologica (ed in particolare sulla forza lavoro ad alta qualifica tecnica) sia chi ha immesso sul mercato produzioni a prezzi ultra competitivi resi possibile da un costo del lavoro diverse volte inferiore a quello dell’area Ocse.
Bisogna, dunque, scegliere strategicamente quale strada intraprendere per lo sviluppo dei prossimi decenni, per la crescita, per le nuove generazioni.
A ns. giudizio l’unica possibilità e la grande opportunità allo stesso tempo è rappresentata dal Manifatturiero di Qualità.
Non si può pensare di competere con la Cina e con le Economie in via di sviluppo sui prodotti a basso contenuto tecnico e tecnologico: la sfida sarebbe persa in partenza.
Bisogna adottare e seguire il modello Germania.
In Italia nelle piccole e medie imprese si utilizzano meno manager e laureati che in Germania si investe meno in ricerca delle imprese tedesche di dimensioni corrispondenti.
La parte pubblica deve favorire questo, consapevole del fatto che, specie al Sud, si può restare piccoli, fare occupazione ed essere competitivi inserendosi o meglio recuperando posizioni nelle fasce alte del mercato. Qui possono e devono rimanere i centri decisionali, le funzioni strategiche delle ns. imprese.
Abbiamo dalla ns. parte un bene immateriale che tutti ci invidiamo: la creatività.
La Campania ed il Sud sono, in particolare, la zona più giovane d’Europa con una propensione verso gli studi tecnici ed universitari molto elevata.
Bisogna, dunque, mettere insieme queste ed altre componenti. Lo deve fare la parte Pubblica con il concorso e la collaborazione delle Parti Sociali.
La Pubblica Amministrazione deve fare uno sforzo, deve garantire una crescita culturale importante al proprio interno abbandonando le vecchie logiche del contributo pubblico alla crescita economica tarato per lo più sulle singole imprese ed assicurando al contempo condizioni di crescita per l’intero territorio.
Bisogna aiutare le imprese ad avere successo non aiutare le imprese e basta!
Come? Intervenendo sui fattori che favoriscono la crescita: creando ed ammodernando le infrastrutture, rendendo realmente operative le Amministrazioni Locali e quelle Centrali, investendo sulle relazioni industriali e sul dialogo sociale, sostenendo la ricerca e, prima di ogni altro, riducendo il carico fiscale per imprese e famiglie.
Il Sud e la Campania hanno bisogno solo di veder realizzate le precondizioni dello sviluppo ed una massiccia dose di entusiasmo, da troppo tempo ripiegato su se stesso.
Può e deve farcela; costituisce esempio lampante di ciò la “Medaglia d’Oro per la Produttività” assegnata dalla FIAT allo stabilimento – o meglio ai lavoratori – di Pomigliano d’Arco quale struttura più efficiente d’Europa.
Dobbiamo essere consapevoli che siamo seduti su una “miniera d’oro”, da scoprire e valorizzare adeguatamente.
Alcuna difficoltà possiamo e dobbiamo avere nel competere con gli altri Paesi.
Efficienza, competenza e produttività possono – senza dubbio – costituire caratteristiche fondamentali delle imprese del Sud e dei ns. lavoratori.
L’intero Paese può riprendersi facendo ripartire il Sud ed utilizzando tutte le potenzialità – in gran parte inespresse – che ha questa terra.