di ACHILLE CAPONE
Il “Piano di Azione per il lavoro” approvato dalla Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore Severino Nappi è, sicuramente, un provvedimento organico che prova ad affrontare con filosofia nuova un’annosa questione come quella occupazionale. Adesso aspettiamo, speriamo nel più breve tempo possibile, i regolamenti attuativi, gli avvisi pubblici ed i bandi.
In Campania, la “grave questione occupazionale”, composta da molteplici fattori che concorrono a disegnare un quadro abbastanza allarmante, si è formata negli anni, diventando un fenomeno, quasi, patologico. Alla possente crisi della grande industria che ha determinato disoccupazione storica e il ”fenomeno della cassaintegrazione” si sono sommate le difficoltà delle giovani generazioni ad entrare nel mercato del lavoro, il lavoro irregolare e sommerso, sia dipendente che autonomo e uno scarso spirito imprenditoriale. Tutte queste singole categorie superano in negativo i dati statistici non solo nazionali ma anche meridionali.
Preliminarmente va affermato che se, il “Piano”, resta un provvedimento isolato senza il coinvolgimento, anche, degli Assessori regionali alle Attività Produttive e alla Ricerca, in modo da costruire un progetto organico che riesce a declinare sviluppo ed occupazione, i risultati possono non essere soddisfacenti.
In ogni modo, il “Piano” prova ad affrontare, attraverso una serie di misure e con uno stanziamento superiore a mezzo miliardo di euro, “la questione” operando un taglio con il passato e fornendo una impostazione diversa e più adatta alle attuali condizioni economiche e produttive della regione. Infatti, se analizziamo solo alcuni aspetti, esso, agevola l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo delle imprese, attraverso la riscoperta, la valorizzazione e l’incentivazione di strumenti come l’apprendistato, i tirocini formativi, ecc. determinando una nuova mentalità che favorisce il lavoro produttivo a discapito del posto fisso.
Le misure che incentivano l’apprendistato sono sufficienti ma non esaustive. Infatti, il contratto di apprendistato professionalizzante prevede, per gli apprendisti e a carico delle aziende, attività formative (minimo 120 ore per ogni anno) non ancora normate, per legge, da parte della Regione. Tale mancanza di disposizione è, sicuramente, una delle cause che ha depotenziato negli anni il contratto di apprendistato, soprattutto nell’artigianato e nelle piccole imprese.
Per rendere produttivi gli incentivi economici in materia di apprendistato, la Regione deve, al più presto, legiferare in modo da semplificare le procedure e rendere chiari tutti gli aspetti delle attività formative, anche in linea con l’accordo nazionale sottoscritto dal Governo, dalle Regioni e dalle Parte sociali. In particolare, noi pensiamo, deve:
– definire il contenuto del percorso formativo individuale specificando, soprattutto, le modalità della formazione formale e le attività di affiancamento dell’apprendista nella formazione non formale, rendendo lineare e poco burocratiche le pratiche in fase di assunzione;
– definire il ruolo e le competenze del tutor aziendale;
– stabilire i profili formativi definendo le modalità e le quantità di ore di formazione per acquisire le competenze di base, trasversali e tecnico professionali, introducendo il sistema dei voucher formativi per l’apprendista
A tal riguardo un ruolo importante può essere svolto dagli Enti Bilaterali, di riferimento dei singoli settori, che possono assumere la funzione di coordinamento della formazione, soprattutto per quella parte da svolgere in aula, raccogliendo la documentazione al momento dell’assunzione, istituendo la banca dati degli apprendisti da formare con le diverse specificità in modo da catalogare per settori omogenei, monitorando le attività e certificando le competenze acquisite.
Assegnando un ruolo agli Enti Bilaterali si sburocratizzano le procedure rendendole più vicine alle imprese e si “liberano” di una serie di incombenze gli uffici regionali.
Su questi temi la CLAAI e le altre Organizzazioni dell’Artigianato e delle PMI sono pronte a fare fino in fondo tutta la propria parte con proposte e con impegni mettendo a disposizione mezzi, strutture ed intelligenze.