Lo strumento è sempre più diffuso per
accrescere la competitività delle Pmi
LA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA: ECCO COME IMPORSI SUL MERCATO
Argomentando, in riferimento alla certificazione volontaria dei prodotti alimentari, strumento sempre più diffuso per valorizzare, standardizzare ed aumentare la competitività dei prodotti, cercheremo di descrivere brevemente l’iter necessario per il raggiungimento di tale certificazione.
Il primo passo è quello di definire quali prodotti o famiglie di prodotti si vogliono certificare: infatti è possibile certificare uno o più prodotti dell’intera gamma produttiva, per ragioni strategiche di mercato o per specifiche richieste dei clienti.
Stabilito il prodotto da certificare, di questo è necessario individuare i parametri oggetto della certificazione, sempre migliorativi rispetto a quelli già esistenti o previsti per legge, che possono essere di natura fisica, chimica, organolettica e sensoriale, microbiologica e tecnologica.
Per il raggiungimento dei parametri prefissati relativi al prodotto, è necessario intervenire sul processo produttivo dell’azienda (tecnologia utilizzata, materia prima) e sulla componente chimica e fisica dello stesso, (quantità di proteine contenute, grassi,), in relazione alle caratteristiche finali che si vogliono raggiungere.
Successivamente si passa alla redazione di un particolare documento, denominato “specifica tecnica di prodotto”, che rappresenta il documento mediante il quale l’azienda, eventualmente coadiuvata da un consulente esterno, riassume il lavoro compiuto sul processo e sul prodotto e che definisce formalmente le caratteristiche ed i parametri qualificanti del prodotto stesso. In essa si fa riferimento:
1) alla descrizione del prodotto;
2) alla descrizione delle fasi del processo produttivo, necessarie al raggiungimento ed al mantenimento nel tempo dei parametri prefissati;
3) ai controlli predisposti prima, durante e dopo il processo produttivo;
4) ai prodotti approvvigionati, che concorrono alla realizzazione del prodotto;
5) alle verifiche necessarie per mantenere sotto controllo l’intero processo.
Inoltre nella specifica tecnica è necessario includere tutta la documentazione necessaria per il raggiungimento delle caratteristiche stabilite, compreso il riferimento ai documenti tecnici nazionali ed internazionali che disciplinano il prodotto e la sua realizzazione. La certificazione di fatto consiste come primo passo, nell’approvazione da parte dell’Organismo di Certificazione (OdC) della specifica tecnica, poi di una verifica del processo produttivo ed infine di prove di
di laboratorio sui prodotti oggetto della certificazione.
Per questa ultima fase l’OdC effettuerà dei prelievi a campione dei prodotti in azienda e, se è necessario, dal mercato, sui quali provvederà ad effettuare controlli di tipo analitico in specifici laboratori, al fine di attestare la conformità delle caratteristiche dichiarate.
In caso positivo dell’intero iter (approvazione della specifica tecnica di prodotto, esito positivo della verifica ispettiva, esito favorevole delle prove di laboratorio), sarà emesso il certificato che attesta la conformità del prodotto ad un determinato standard qualitativo, accertato ed attestato da un organismo indipendente dal produttore (OdC).
Di tutto quanto descritto ora ed in passato, sarà ampiamente discusso nel convegno organizzato dalla Claai, presso la sede della stessa, il giorno 26 febbraio 2002, alle ore 16.30.
Salvatore Cortese
Consulente Claai per la Qualità
Ricordiamo agli associati CLAAI che per qualsiasi chiarimento in merito alla progettazione, realizzazione e certificazione di Sistemi di gestione della qualità e ambiente, Salvatore Cortese è disponibile presso la sede CLAAI tutti i lunedì dalle ore 17:00 alle ore 19:30, previo appuntamento.
dal Notiziario CLAAI – Febbraio 2002