La formazione continua nell’Artigianato e nelle Piccole e Medie Imprese.
Le nuove opportunità offerte dai fondi interprofessionali.
Simone Bentrovato, consulente CLAAI per la Formazione Continua.
Innovazione, Formazione e Impresa Artigiana. Il livello di conoscenze possedute da un’impresa e il modo con cui le conoscenze e informazioni vengono gestite, sfruttate e, sopratutto aggiornate, é uno dei principali fattori di successo per l’impresa e una garanzia di occupabilità per i lavoratori. L’innovazione ha ormai un rapporto molto stretto con la produttività dell’impresa artigiana; i ritrovati della ricerca e della tecnologia sono facilmente reperibili e acquistabili anche da imprese molto piccole, ma il progresso produttivo e organizzativo che consegue dal loro utilizzo richiede un continuo aggiornamento; richiede, cioè, una formazione continua. Dunque, la conoscenza e la formazione, pur essendo “beni non materiali”, devono essere considerati un vero e proprio “patrimonio” dell’impresa e del lavoratore.
Tuttavia, a fronte di queste esigenze, le ricerche sulla formazione continua in Italia hanno messo in luce i seguenti punti:
a- oltre la metà delle nostre imprese non fa ricorso alla formazione, o per mancata consapevolezza dei propri fabbisogni formativi o per problemi legati ai costi e alla gestione;
b- più grande è l’impresa, più numerose sono le attività di formazione avviate e portate a termine, mentre per le piccole imprese, e l’impresa artigiana soprattutto, gli interventi di formazione realizzati restano ancora pochi;
c- nell’impresa artigiana il tipo di formazione più diffuso è l’affiancamento, mentre è minore il ricorso a interventi di formazione pianificati e progettati per fornire nuove conoscenze e arricchire le competenze professionali rispetto ai mutamenti tecnologici e organizzativi.
d- fino ad ora la maggior parte degli interventi di formazione hanno riguardato coloro che già occupavano qualifiche alte o al limite medio-alte e lavoratori con un elevato livello di istruzione, mentre sono stati quasi completamente esclusi i lavoratori con qualifiche medio basse e con bassi livelli di scolarizzazione.
Per fare fronte a questa situazione, la legge 236 del 1993 ha messo a disposizione le risorse da destinare a interventi di formazione continua pianificati e concordati tra le Parti Sociali. L’obiettivo di tale legge è stato quello di creare nel nostro Paese un vero sistema di formazione continua per le imprese, un sistema che tenesse conto dei reali fabbisogni formativi e delle esigenze del territorio in cui tali interventi erano pianificati.
In molti casi, però, i risultati dell’applicazione della legge 236/93 non sono stati pari alle aspettative, e non si è riuscito ad avviare quel circolo virtuoso per la creazione di un sistema di formazione continua efficiente, efficace e continuativo. Si è trattato quasi sempre di interventi brevi, rispondenti più ad esigenze immediate e contingenti che a logiche di rinnovamento e formazione professionale e organizzativa. All’interno di questo scenario le imprese che hanno più di altre sofferto la mancanza di interventi di formazione organici e pianificati sono state le piccole imprese e le imprese artigiane.
I fondi interprofessionali per la formazione continua sono stati costituiti a partire dal 2000/2001 e rappresentano un punto di svolta nelle politiche di formazione continua nel nostro Paese. Il loro obiettivo principale è quello di porsi come strumenti per la gestione diretta delle risorse versate dalle imprese all’INPS (tale contributo corrisponde allo 0,30% del salario lordo mensile di ogni lavoratore, Legge 236/1993), al fine di sviluppare e di avviare una politica di formazione continua strategia e a lungo respiro, per tutti quanti i diversi settori produttivi del nostro Paese.
Il Fondo Artigianato per la Formazione, Fart. Il Fart (Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua nelle Imprese Artigiane) è uno dei nove fondi costituiti, ed è lo strumento che si occuperà di promuovere e organizzare la formazione continua nel settore dell’artigianato. Il Fart é stato costituito il 6 Giugno del 2001, in maniera paritetica e bilaterale tra Organizzazioni degli Artigiani (Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAI) e dalle Organizzazioni Sindacali (CGIL, CISL e UIL). L’obiettivo principale del Fart é quello di sviluppare la competitività delle imprese artigiane e valorizzare le risorse umane e la crescita professionale dei lavoratori artigiani. Nel fare questo il Fart intende incentivare lo sviluppo di nuove competenze più consone alle esigenze delle imprese e dei lavoratori tramite un sistema di formazione continua che sappia adeguare la professionalità dei lavoratori alle nuove tecnologie introdotte nelle imprese e alla sfida lanciata dai nuovi mercati.
Rispetto alla questione legata agli interventi di formazione continua una importante novità introdotta dai fondi è quella di finanziare interventi e progetti di formazione che facciano parte di Piani Formativi concordati tra le Parti Sociali. In verità questa linea di condotta non nasce con i fondi, ma con essi è diventata un punto fermo e irrinunciabile se si vuole rendere la formazione continua una prassi consolidata all’interna delle imprese. Su questo punto tutte le Parti Sociali costituenti il fondo nazionale (la C.L.A.A.I. tra queste) hanno raggiunto un accordo generale in base al quale non saranno finanziati interventi o progetti di formazione che non facciano parte di Piani Formativi concordati e firmati dalle Parti Sociali. I Piani Formativi, infatti, nascono dalla analisi delle effettive esigenze delle imprese e dei lavoratori, dei loro reali fabbisogni formativi e tengono conto delle specificità territoriali in cui vengono realizzati. I progetti di formazione non sono altro che le azioni concrete che realizzano le indicazione e gli obiettivi indicati nei piani, indicando tempi, risorse e strutture necessarie per la loro realizzazione concreta. Chiaramente non esiste un solo Piano Formativo nazionale, i Piani possono essere individuali, aziendali territoriali e settoriali, ed ognuno di essi al suo interno può prevedere uno o, preferibilmente, più progetti di formazione che realizzino e soddisfino particolari e specifiche esigenze.
A questo punto sono molto chiare le ragioni per cui una impresa artigiana dovrebbe aderire al Fart. Non è il caso di dilungarsi troppo, intanto basta dire che l’adesione non costa nulla. Le imprese sono obbligatoriamente tenute a versare all’INPS lo 0,30% del salario di ogni dipendente, come contributo obbligatorio per l’assicurazione contro la disoccupazione, indipendentemente dal fatto di aderire o meno al fondo. Tuttavia tramite l’adesione al fondo é possibile recuperare questo contributo. I contributi versati, fino ad oggi, affluivano esclusivamente alle Regioni e da qui agli Enti Locali che li utilizzavano per la formazione continua in tutti i settori produttivi (Legge 236/1993), ma il modo con cui sono stati organizzati gli interventi di formazione ha favorito una facilità di accesso maggiore per le imprese medio-grandi di tipo industriale, rispetto alle imprese artigiane, le quali hanno beneficiato di tali interventi in maniera sporadica e non continuativa. Aderendo al Fart ogni azienda artigiana potrà porsi come agente attivo nella realizzazione di Piani Formativi concordati tra impresa e lavoratori e richiedere i contributi per finanziare la propria formazione rispetto ai propri fabbisogni e le proprie peculiarità; quest’ultima non è una novità da poco nel panorama italiano. Con l’adesione al fondo é possibile soddisfare la domande di formazione continua reale ed effettiva delle imprese Artigiana e della Piccola e Media Impresa. Nel programmare la formazione basandola sui propri effettivi fabbisogni ogni impresa o consorzio di imprese potrà avvalersi della consulenza e della competenza scientifica, tecnica e organizzativa di una struttura che opera specificamente per un solo settore.
Per ultimo va sottolineato il fatto che più adesioni ci sono, maggiori saranno le risorse disponibili, e più numerose e varie saranno le possibilità di richiedere formazione continua.
FART – FONDO ARTIGIANO FORMAZIONE
Si invitano tutti gli artigiani ad aderire al FART – Fondo Artigianato Formazione – per consentire, alle imprese ed ai lori dipendenti, di accedere gratuitamente a programmi formativi basati sulle specifiche esigenze aziendali.
Al Fondo si aderisce utilizzando il mod. DM 10/2 di giugno e scrivendo in uno dei righi in bianco dei quadri “B e C” FART preceduto dalla dicitura “adesione al fondo”.
L’adesione non comporta alcun onere per l’azienda.
La mancata adesione a “FART” non consente alle aziende di beneficiare dei contributi per realizzare interventi formativi.