Ritardi o errori di notifica, prescrizione del credito e cartelle esattoriali errate; queste sono i motivi e, contemporaneamente, le ragioni per le quali i cittadini napoletani ormai si esimono dal pagamento delle contravvenzioni per le violazioni al codice della strada (le cosiddette multe).
Di fatti, innanzi al giudice di pace – l’autorità giudiziaria competente per materia e per valore – pendono circa 400 mila ricorsi presentati dagli automobilisti avverso le contravvenzioni stradali e – secondo le statistiche – soltanto una piccolissima percentuale di queste verranno confermate al termine del giudizio, cadendo le altre, al contrario, nella rete della decadenza o della prescrizione.
La conseguenza è che, probabilmente, così come ciclicamente avviene, nei prossimi giorni o nei prossimi mesi, il Comune tornerà nuovamente alla carica, come avvenne diverso tempo fa, per provvedere a recuperare i crediti vantati verso i cittadini per il pagamento delle multe.
C’è da aspettarsi che gli uffici del comando di Polizia municipale faranno tutto il possibile per far abbassare l’importo che caratterizza questa voce passiva del bilancio comunale, rappresentata dai mancati introiti per l’omessa riscossione delle multe.
Nuove cartelle, nuove notifiche e quindi nuovi ricorsi ed altrettante nuove sentenze di archiviazione per decadenza e prescrizione, se le cose rimarranno in questi termini.
Qualche tempo fa è stata promessa “guerra” ai cittadini che non pagavano le multe e così sono stati messi a ruolo circa centomila verbali “in odore” di prescrizione.
Il risultato che si è ottenuto – come detto – è stato una valanga di ricorsi al Giudice di Pace ed una conseguente valanga di sentenze di archiviazione delle sanzioni.
Come accade spesso in questi casi, è l’automobilista che viene demonizzato ed è il cittadino che viene tacciato di scarso senso civico, perché – come si dice – oltre ad infrangere il codice della strada poi, alla resa dei conti, non paga neppure le multe.
In effetti, se da un lato non ci sentiamo di non condividere il “rimprovero” non possiamo, d’altro canto, non gridare che causa di questo disagio è la stessa amministrazione comunale.
La macchina comunale che sovrintende al sistema della riscossione dei crediti relativi alle multe è un sistema che può essere definito, senza timori di esagerare, deficitario e che, con la sua lentezza ed inefficienza, determina la giacenza dei
Verbali di contravvenzione, prima di essere notificati, per anni.
E’ questo il sistema che determina il lamentato blocco delle entrate nelle casse pubbliche.
Non si può pertanto scaricare tutta la responsabilità delle descritte deficienze sui cittadini, se solo si considera che il descritto sistema – che rende nota all’automobilista l’infrazione e la relativa contravvenzione a distanza di cinque anni – non può di certo ritenersi degno di uno dei Paesi più industrializzati del mondo.
Tale situazione costituisce, in ogni caso, una violazione della ratio e dei motivi che regolano il sistema sanzionatorio; il sistema, lo si deve ricordare, non deve essere indirizzato a “punire” l’automobilista con il mero pagamento della sanzione, ma dovrebbe essere preminentemente indirizzato a “reprimere” la violazione delle norme.
Tale risultato, ovviamente, non potrà mai essere raggiunto fino a quando le contravvenzioni verranno notificate al limite del decorso del termine di prescrizione quinquennale, e quando ormai l’automobilista indisciplinato non ricorderà nemmeno il tipo e la gravità dell’infrazione commessa.
Ed allora, fino a quando il sistema funzionerà così, ben vengano i ricorsi e le sentenze di archiviazione; ciò sarà da sprone per l’amministrazione pubblica per conseguire una maggiore efficienza operativa.
Egidio Paolucci
responsabile ufficio legale Claai
dal Notiziario CLAAI – Febbraio 2002