Nasce il coordinamento regionale per le Pmi
Facilitare il dialogo con le amministrazioni
In cantiere anche un tavolo di confronto con i protagonisti dello sviluppo campano
La costituzione del coordinamento regionale delle Pmi rappresenta un importantissimo passo in avanti nell’ambito delle politiche di sviluppo della Regione Campania ed anche un’occasione di confronto tra le principali organizzazioni delle Pmi.
Si tratta di uno strumento che, se opportunamente utilizzato, può consentire un’efficace sintesi delle istanze provenienti dal mondo produttivo.
L’intendimento dei “fondatori” è anche quello di creare un interlocutore unico che possa dialogare anche con la Pa – ed in particolare con il governo regionale – in maniera rapida e diretta.
L’assenza di passaggi per così dire intermedi e la velocità nel confronto sui temi principali che interessano le imprese sono valori irrinunciabili dopo l’approvazione del referendum costituzionale ed i continui interventi di devoluzione di compiti e funzioni operati dal Governo centrale alle autonomie locali.
Le competenze regionali e locali si sono accresciute negli ultimi tempi e continueranno ad accrescersi.
In questo modo le Regioni, diventando protagoniste uniche del proprio futuro.
Ma non può sottacersi la preoccupazione sull’inadeguatezza delle strutture regionali, specie riguardo a quelle di supporto alle Pmi, da migliorare sia in termini quantitativi che qualitativi.
Per queste ragioni il gruppo dei dieci propone di avviare un tavolo di confronto permanente con i protagonisti dello sviluppo sui problemi che attanagliano le Pmi campane.
Il metodo che è stato scelto è quello della concertazione, che ha dato buoni frutti e consente di recepire tutte le istanze provenienti dai settori economici.
La struttura realizzata non è a numero chiuso, né vuole essere uno strumento di contrapposizione rispetto ad altri.
Appare invece auspicabile che al tavolo si siedano anche le altre realtà associative del mondo produttivo, oltre ai rappresentanti di quelle strutture che sono comunque portatrici di interessi economici ed occupazionali sicuramente meritevoli di tutela.
I punti sui quali il coordinamento si propone di confrontarsi, da subito, sono:
1) sommerso, lavoro nero ed abusivismo
2) subfornitura
3) costi di produzione (gap competitivo)
4) accesso al credito
5) usura
6) fondi pensione e Tfr
7) federalismo fiscale
8) politiche attive per l’internazionalizzazione
9) ricerca e sviluppo
10) formazione
11) tipicità dei prodotti e globalizzazione
12) passaggio generazionale
13) sicurezza e criminalità.
Poiché per ognuno di questi punti il coordinamento ha sintetizzato un pacchetto di proposte, è opportuno che gli enti e le autonomie locali della Regione Campania, raccogliendo il segnale di novità lanciato, si mettano sulla stessa lunghezza d’onda ed aderiscano alla proposta di istituzionalizzare il confronto tra tutte le più importanti parti sociali.
Alessandro Limatola
dal Notiziario CLAAI – Marzo 2002