Intervista al Presidente Provinciale ANTONIO CAMPESE
Il ruolo delle associazioni con il perdurare della crisi diventa determinante, Lei cosa pensa a riguardo?
La crisi ha fortemente segnato il tessuto economico italiano, occorre pertanto una seria riconsiderazione del mondo della rappresentanza degli interessi d’impresa.
Bisogna migliorare la capacità
di ascolto e avere il coraggio di trasmettere i reali bisogni dell’imprenditoria locale, anche quando questi riflettono una fragilità ed arretratezza, a volte imbarazzante.
Se non avviene una sintesi concreta e puntuale ma bensì si rappresenta una potenzialità d’impresa che non collima con la realtà si finisce per orientare i decisori istituzionali a mettere in campo opportunità e strumenti che rimangono infruttiferi e vedono l’imprenditoria impossibilitata ad intercettarli.
Qui diventa determinante il ruolo delle associazioni datoriali che devono potenziare i livelli provinciali impegnati nell’affiancamento della vita quotidiana delle imprese che ne conoscono le interazioni economiche, le difficoltà di approccio con il mondo bancario, con una burocrazia pesante e molto spesso mal disposta. Sono i livelli provinciali il termometro del clima imprenditoriale che anima i territori, una associazione che si rispetti potenzia la trincea in momenti di crisi per far sentire la vicinanza ed essere pronta ad affiancare al meglio ogni singolo associato.
Lei vanta una lunga militanza nella rappresentanza d’impresa ed il suo passaggio in Claai, ha destato molto interesse, visto che Lei è vicepresidente dell’Ente Camerale Sannita
Il mondo da cui provengo addirittura ha dato vita ad un associazione di associazioni, che invece di fortificare la sintesi delle istanze d’impresa, a mio parere ha diluito il messaggio e non ha, ad oggi, prodotto benefici nel trasmettere la voce dell’imprenditore, ma bensì il tutto si traduce nella creazione di altri livelli intermedi della rappresentanza che segnano una ulteriore distanza con i rappresentati.
L’obiettivo di tale convinto passaggio che ha animato molti di noi è quello di approdare in un sistema snello, attento alla periferia, capace di mettere in campo modelli di accompagnamento alle dinamiche economiche calzanti con le istanze e potenzialità dei singoli territori, il tutto in una interazione genuina mutuando le esperienze simili e creando uno spirito d’identità dove l’imprenditore possa riconoscersi liberamente. L’imprenditore non deve sentirsi solo.
Cosa si aspetta dalla Claai Campana?
Ho già avuto un atto di fede, ripagato dall’adesione di oltre mille imprese, del resto lavoriamo quotidianamente spalla a spalla con tutti i livelli campani, io ho messo al servizio la mia esperienza unitamente a quella dei miei collaboratori, molte sono le cose che si possono e devono fare, mi aspetto un confronto produttivo fatto da persone che hanno a cuore la missione associativa, del resto ci conosciamo tutti con gli uomini Claai c’è sempre stata una profonda stima e affinità.
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