di ALESSANDRO LIMATOLA
Con la modifica del titolo V della Costituzione, le accresciute competenze regionali e locali rendono assolutamente indispensabile e non più rinviabile una rivisitazione del complesso normativo regionale di indirizzo e programmazione.
Riteniamo – in particolare – indispensabile e non più rinviabile che si ponga mano ad una seria rivisitazione delle disposizioni primarie e secondarie.
L’esigenza è ancor più evidente se si considera che l’ultimo significativo intervento legislativo regionale di indirizzo risale al 1987.
Ad onor del vero, l’impianto normativo finora utilizzato ha svolto il suo compito in maniera egregia.
Tuttavia, la novità in tema di competenze ed organizzazione istituzionale, unitamente alle trasformazioni che il sistema della piccola e media impresa ha subito nel corso dell’ultimo decennio, rendono indispensabile l’aggiornamento dei punti fondanti l’edificio della Crescita e dello Sviluppo.
Nel quadro delle leggi nazionali d’indirizzo, riteniamo opportuno che la Regione si doti di una nuova legge quadro sull’impresa minore che, in Campania più che altrove, rappresenta la quasi totalità del numero delle imprese e degli occupati.
A nostro avviso, una riflessione pubblica sull’argomento non è più rinviabile.
Pensiamo ad un confronto tra Istituzioni locali, associazioni di categoria e sindacati su una proposta che non potrà non rinunciare ad assegnare ai protagonisti del sistema un ruolo guida nel porre in essere interventi finalizzati a:
a) promuovere e sostenere interventi a favore della legalità e della sicurezza, pre – condizione irrinunciabile per lo sviluppo e la libera concorrenza, anche attraverso l’adozione di interventi per semplificare le procedure amministrative e migliorare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione;
b) qualificare e riqualificare le PMI e le loro forme consortili, promuovendo e sostenendo l’innovazione di processo, di prodotto e di contesto, la ricerca, la commercializzazione e l’internazionalizzazione dei prodotti;
c) migliorare l’accesso al credito e favorire l’adozione di forme automatiche e dirette d’incentivazione all’ampliamento ed alla nascita di nuove imprese;
d) istituire e governare un Osservatorio Regionale sull’ Impresa Minore;
e) promuovere ed incentivare l’istruzione professionale;
f) promuovere ed incentivare la collaborazione tra le Istituzioni locali, prime fra tutte le Camere di Commercio e L’Unioncamere regionale.
Sono questi, a nostro giudizio, i temi sui quali si dovrà affrontare la sfida dei prossimi anni consapevoli, come siamo, che il livello di competitività cresce giorno per giorno e che solo attraverso la collaborazione tra pubblico e privato (nel rispetto ovviamente dei rispettivi ruoli e funzioni) è possibile dare impulso all’Economia della Campania ancora troppo dipendente dai trasferimenti dello Stato e da forme di assistenza che incidono, in misura non marginale, sul PIL regionale.
Nello stesso tempo si deve prendere definitiva consapevolezza che le PMI, oltre all’indiscutibile ruolo – anche sociale – finora svolto, possono risolvere il problema del sottoutilizzo della forza lavoro disponibile valorizzando, nel contempo, il nostro patrimonio ambientale, culturale ed artistico.
Per continuare a svolgere un ruolo di primo piano le PMI devono essere aiutate a combattere le evidenti diseconomie che da anni sopportano e che rappresentano un rilevante freno per lo sviluppo.