di ACHILLE CAPONE
Anche quest’anno, come ogni anno, si è svolta l’audizione nella Commissione Regionale competente sulla proposta di bilancio 2010 redatta dalla Giunta Regionale.
Dopo aver esaminato attentamente la suddetta proposta di bilancio, la CLAAI e le altre Organizzazioni dell’Artigianato, con un documento unitario, hanno manifestato tutta la propria contrarietà ed hanno avanzato richieste ben precise.
Infatti, se venisse approvata dal Consiglio Regionale la proposta della Giunta, per quanto riguarda il settore dell’Artigianato, non è prevista, quasi, alcuna posta in linea con le pochissime leggi esistenti per il settore.
Pertanto, ancora una volta le Associazioni dell’Artigianato sollecitano il Consiglio Regionale ad adottare un insieme di norme e di sostegni economici per facilitare lo sviluppo delle imprese artigiane in modo da favorire la crescita produttiva ed occupazionale.
Dalle singole voci di bilancio, anche in mancanza di una proposta di bilancio gestionale, viene fuori una situazione del tutto allarmante, in quanto non sono previsti interventi, per citarne solo i più macroscopici, rivolti ad agevolare l’accesso al credito, né contributi per la promozione dell’associazionismo, né stanziamenti per la promozione e sostegno delle produzioni artigiane.
Per agevolare il credito è urgente rendere operativa la legge di sostegno ai confidi,(manca ormai da mesi il regolamento attuativo), e prevedere uno adeguato stanziamento per ripianare le perdite dovute alle maggiori insolvenze ed incagli bancari derivanti dalla crisi economica che sta attanagliando l’artigianato e le piccole imprese.
La proposta di bilancio 2010 taglia, persino, le poche risorse utili a finanziare le iniziative di tutela, rappresentanza, informazione, fornitura di servizi e formazione svolte dalle Associazioni Professionali dell’Artigianato, come previsto dalla una legge regionale del 1975 (L.R. 51/75). Ormai, da trentaquattro anni le sovvenzioni in questione sono state erogate, in perfetta aderenza al dettato legislativo, a favore delle Organizzazioni dell’Artigianato presenti nel Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Tale stanziamento è pari a poche decine di migliaia di euro per ciascuna delle organizzazioni regionali e provinciali di categoria interessate (si fa notare che si tratta di n. 4 Federazioni Regionali e di n. 20 Associazioni Provinciali).
Di anno in anno le Federazioni Regionali dell’Artigianato e le rispettive Associazioni Provinciali, presenti su tutto il territorio regionale, hanno attivato strumenti di divulgazione e sostegno, come l’informazione, la formazione, l’aggiornamento ecc., a favore delle imprese artigiane della Campania.
Non si comprende, in questo momento di grave e notoria crisi del settore dell’artigianato e della piccola impresa, come la citata proposta di bilancio anno finanziario 2010 ritiene di dover far venire meno la pur limitata incentivazione disconoscendo, in tal modo, il ruolo sociale e sindacale svolto dalle Associazioni di categoria, spesso, in supplenza dell’ente pubblico.
La stessa posta di bilancio a destinazione PASER, unica per incentivazioni all’Artigianato, all’Industria, al Commercio e all’Agricoltura, non è soddisfacente e, sull’esperienza degli anni passati, possiamo affermare che non “sfiora” l’artigianato.
Le recenti leggi regionali sulla riforma degli incentivi saranno in larga parte finanziate dalla suddetta voce. Per evitare una sorta di “cannibalismo economico” della impresa più strutturata andrebbero adottati appositi e specifici disciplinari, così come prevede la legge regionale 12/07, per il settore dell’Artigianato; inoltre, è necessario prevedere adeguati stanziamenti per agevolare la diffusione e l’innovazione delle competenze produttive, artistiche, tradizionali e dei servizi e per determinare una reale crescita occupazionale, soprattutto investendo nell’apprendistato.
Nel contempo, in Campania, dal 2006, per il disavanzo sui conti sanitari, rispetto ad altre regioni, si continuano a pagare imposte ed addizionali più alte come la tassa automobilistica regionale, addizionale sull’imposta di consumo gas metano, imposta regionale sulla benzina per autotrazione, la quota regionale dell’accisa sulla benzina per autotrazione e compartecipazione alle accise sul gasolio, l’IRAP, l’addizionale regionale IRPEF, ecc. a fronte di servizi, nel campo sanitario, spesso di gran lunga insoddisfacenti.
Alla fine dell’intera legislatura e, anche, alla luce della proposta di bilancio 2010 non si può non esprimere un giudizio nettamente negativo sull’attività del Consiglio e della Giunta Regionale.