Il nostro obiettivo è il rilancio del territorio
LA CRISI REGIONALE? UN ATTO IRRESPONSABILE
In ballo c’è il benessere dei cittadini: non ci si può permettere infantilismi
Le vicende che hanno occupato (ed occupano) le pagine della politica regionale dei quotidiani inducono alle seguenti amare riflessioni.
Dopo anni di ingovernabilità assoluta dell’ente, da qualche tempo a questa parte si stava mettendo mano alla riforma della macchina regionale con il concorso di tutti: forze politiche e forze sociali.
Pur se non sufficiente, attraverso la concertazione, si sono raggiunti concreti risultati per la riorganizzazione e la semplificazione delle procedure; non solo ma, quel che è più importante, si sono messe le basi per realizzare una condivisa programmazione regionale di sviluppo delle attività e di rilancio del territorio.
Davvero singolare è che in una regione come la Campania, che ha mille problemi – primo fra tutti quello della
disoccupazione – alcune forze politiche, dopo aver scelto una determinata alleanza, oggi si mettano di traverso reclamando l’assenza di collegialità nel governo regionale.
Questo comportamento potrebbe essere legittimo qualora in ballo non vi fossero i diritti dei cittadini e delle imprese della regione Campania che, da troppo tempo reclamano maggiore attenzione ai loro innumerevoli problemi quotidiani.
Quel che appare incomprensibile ed irritante (per chi non frequenta i corridoi del Palazzo) è il silenzio in ordine al totale abbandono – da parte di alcuni consiglieri regionali – del mandato ricevuto dagli elettori.
Parimenti irresponsabile è che, invece di programmare e realizzare interventi che favoriscano lo sviluppo ed il miglioramento dei servizi ai cittadini, le forze politiche siano costrette a (spesso inutili) tour de force tattici che – fatta eccezione per qualche dotto documento politico – non portano ad alcun tangibile risultato per i cittadini.
La pelle ci si accappona se si mette in relazione tutto quello che c’è (o meglio ci sarebbe) da fare nella nostra martoriata regione con il tempo speso nei vari interpartitici.
Le imprese della Campania non hanno bisogno di scoprire il libro dei sogni perché già lo conoscono, né hanno intenzione di assistere ad esercizi teorici in ordine alla maggiore o minore visibilità, di una o più forze politiche, di
maggioranza o opposizione, all’interno dei propri schieramenti.
Richiedono invece, a gran voce, che si realizzino gli atti amministrativi di programmazione e di gestione, sui quali si è finora tanto discusso, finalizzati a combattere i nostri principali problemi: sommerso, disoccupazione, gap di competitività, carenza di infrastrutture.
Continuando di questo passo, davvero si rischia di perdere l’ultima occasione rappresentata delle cospicue risorse messe a disposizione dall’Ue per il sessennio 2000-2006.
Se ciò si verificasse riteniamo che la già limitata fiducia dei cittadini e delle
Imprese nelle Istituzioni locali, arriverebbe a livelli molto vicini allo zero.
Non solo, ma si scoraggerebbero definitivamente quei pochi imprenditori che oggi timidamente – a differenza dal passato – valutano l’opportunità di ampliare le proprie aziende ovvero stanno esaminando la fattibilità o la convenienza di investire in Campania.
Se è vero che ogni forza politica ha un suo modo di “vedere le cose” e, quindi, che i percorsi possibili per raggiungere i risultati politici condivisi sono diversi, appare incontestabile che la coalizione di maggioranza (portatrice di un programma
politico omogeneo) non si può fermare di fronte all’incrocio.
Deve invece, in tempi strettissimi, imboccare una delle possibili strade e tentare di percorrerla tutta nei tre anni che ci separano dalla fine della consiliatura regionale. Del resto, proprio per evitare problemi di stallo di questo tipo, è stata realizzata la riforma costituzionale che ha introdotto l’elezione diretta dei presidenti regionali.
Solo così si potranno valutare, al termine, i risultati raggiunti e consentire ai cittadini ed alle imprese campane di “promuovere” o “bocciare” chi li ha governati per cinque anni.
Se questo non verrà consentito, i responsabili dell’attuale situazione di paralisi saranno unicamente coloro che hanno impedito, di fatto, qualunque attività amministrativa.
Speriamo di non doverli mai ricercare!
Alessandro Limatola
dal Notiziario CLAAI – Febbraio 2002