LINA LUCCI – Segretario Generale Cisl Campania
Gli enti bilaterali rappresentano il luogo privilegiato di confronto e di composizione degli interessi di imprese e lavoratori. Gli effetti positivi si dispiegano ben oltre gli imprenditori e i dipendenti direttamente coinvolti e incidono sull’assetto complessivo dell’ordinamento giuridico – e non solo – del nostro Paese. Tanto più in questa fase storica caratterizzata da una elevata litigiosità politica, che spesso sacrifica sull’altare della faziosità la possibilità di trovare le risposte migliori per affrontare i problemi tra impresa e lavoratore, di lavoratore e impresa assieme, nel luogo di lavoro e nella società. E non si tratta di tesi dottrinali su cui si può concordare o meno. La bilateralità ha dispiegato i suoi effetti positivi e concreti da decenni. Offrendo servizi tangibili e contribuendo, laddove possibile, alla definizione anche di politiche territoriali. Altri e maggiori effetti potrebbero prendere forma ora, soprattutto attraverso un maggior coinvolgimento da parte delle Istituzioni. In Campania, invece, l’interazione del palazzo con la società, le parti sociali, la bilateralità c’è solo laddove serve per condividere scelte già compiute e magari impopolari. La politica ha male inteso il senso del rapporto con i cittadini. Ha cercato continuativamente un rapporto diretto con gli elettori. Gli effetti sono visibili a tutti: alcuni, tanti godono magari dei benefici derivanti dalla conoscenza diretta del politico di turno, il territorio nel suo insieme arretra. L’occupazione si riduce, aumenta la popolazione inattiva, aumenta il sommerso. La formazione “grazie” all’utilizzo distorto compiuto in questi anni è diventata una parola vuota. Chi vi opera per farla bene deve compiere sforzi enormi per far intendere che non si tratta di una perdita di tempo o – come pure è accaduto – di un sistema per creare inutili faldoni di carte, senza aumentare minimamente l’occupabilità o la professionalità di chi vi è coinvolto. Sono disfunzioni non solo campane, ma che nel nostro territorio hanno avuto modo di dispiegarsi troppo a lungo e troppo diffusamente. Figlie, tra l’altro, proprio di quel modo di intendere la politica come relazione tra eletto e singoli elettori da privilegiare. Uno a uno. Una società sana non può basarsi solo sulla relazione diretta tra chi ha un ruolo istituzionale e i singoli cittadini, anche quando non vi siano favori e reati. Necessita di organismi intermedi, come Aldo Masullo ci ricorda spesso. Gli enti bilaterali, come i sindacati, come le associaizoni dei datori di lavoro, le associazioni della società civile, sono proprio questo. Con una particolarità: hanno dentro chi rappresenta i lavoratori e chi rappresenta le imprese. E propongono pertanto, delle scelte già condivise. Scelte che, una politica lungimirante, osserverebbe con attenzione, per cercare quelle iniziative, quelle misure da adottare, forte del consenso delle parti sociali. Finora così non è stato. E ciò nonostante la bilateralità, specie per gli Artigiani, ha prodotto risultati apprezzati da quanti hanno potuto fruirne. Ci fosse stata occasione (anche come sindacato è da tempo che ne manca la possibilità), si sarebbe potuto discutere con chi ha ruoli di responsabilità istituzionale in Campania, per esempio, di una proposta che attraverso gli enti bilaterali potrebbe portare a benefici per tante persone. Per la Cisl Campania se è necessario intervenire sul piano ampio dell’emergenza occupazionale, molto si può fare anche per far emergere competenze già acquisite.
Sono tantissimi – giovani e non – e certo non solo nell’artigianato, coloro che hanno acquisito competenze e professionalità ma non possono dimostrarlo perché lavorano da sempre nel sommerso. Attraverso una apposita “prova d’arte” realizzata grazie all’ente bilaterale di riferimento (l’Ebac, appunto, per l’artigianato) e l’integrazione delle qualifiche, laddove necessario, con brevi interventi formativi, è possibili prevedere una certificazione delle competenze. Questo permetterebbe di incidere sul sommerso e di favorire l’occupabilità di un numero elevato di donne e uomini. Se non accade ancora è perché la Regione Campania stenta a valorizzare come potrebbe anche uno strumento con enormi potenzialità, qual è, appunto, la bilateralità.