Dal 1° agosto potrebbero trovarsi senza lavoro molti dei 57.000 installatori di impianti che operano nel settore dell’energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia.
Questo potrebbe essere il risultato di un buco normativo che si è creato nel momento in cui l’Italia ha recepito, evidentemente in modo sbagliato, le indicazioni comunitarie nell’ambito delle Fer (Fonti ad energia rinnovabile).
Insomma, mentre per alcune categorie di impiantisti sarà possibile andare avanti, c’è una categoria in particolare, che rappresenta una grande fetta del mercato, che non ha possibilità di sanare la propria situazione.
In sintesi: fino primo agosto la qualifica di Responsabile tecnico per l’attività di in installatore di impianti da fonti rinnovabili verrà mantenuta soltanto con il semplice possesso di uno dei seguenti requisiti: Laurea in materia specifica; dploma di scuola secondaria e almeno 2 anni di inserimento in azienda; titolo di formazione professionale e almeno 4 anni di inserimento in azienda; nessun titolo di studio ma tre anni di assunzione come operaio specializzato.
Dall’entrata in vigore del D.Lgs. 28/2011, i laureati e i diplomati con due anni di inserimento in azienda potranno continuare a lavorare, gli altri potranno conseguire una sorta di patentino (con un corso di formazione di 80 ore, organizzato da un ente accreditato), eccezion fatta che per chi non ha nessun titolo di studio, per cui non è previsto nulla.
Sì, proprio così, vuoto assoluto. Una lacuna enorme che riguarda migliaia di responsabili tecnici che rischiano di dover rinunciare a qualsiasi tipo di lavoro che riguardi l’installazione di pannelli fotovoltaici o solari, a biomasse, solari termici, pompe di calore e geotermici.
La CLAAI sta sollecitando in tutte le sedi possibili di sanare questa inaccettabile discriminazione in modo che le migliaia di artigiani che si sono specializzati in questo settore possano continuare a lavorare.
La CLAAI chiede che nel decreto legislativo vengano salvaguardati i diritti acquisiti (previsti dal Decreto Ministeriale 37/08) degli installatori di impianti, non laureati o diplomati, che operano da anni sul mercato ed è pronta a far sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali per difendere il diritto degli imprenditori a lavorare.