Accordo Interconfederale di riforma del modello contrattuale dell’artigianato
E’ stato firmato, presso il Cnel, l’Accordo Interconfederale di riforma del modello contrattuale dell’artigianato dalle Confederazioni dell’Artigianato – Claai, Confartigianato, Cna e Casartigiani – e dai Sindacati dei Lavoratori – Cgil, Cisl, Uil.
L’accordo interessa 1.450.000 imprese artigiane e 850.000 dipendenti.
“Un accordo innovativo e di estrema importanza – hanno dichiarato i Presidenti di Confartigianato Luciano Petracchi, di Cna Ivan Malavasi, di Casartigiani Giacomo Basso e il Vicepresidente Vicario della Claai Franco Prinzivalli – sia nel metodo sia nei contenuti. Nel metodo, perché per la prima volta abbiamo un sistema contrattuale basato sulla partecipazione ed il consenso, anziché sull’antagonismo, che unisce imprese e lavoratori sugli obiettivi dello sviluppo”.
“Per quanto riguarda i contenuti – aggiungono- l’accordo introduce il rafforzamento della contrattazione territoriale. Un principio in base al quale alla contrattazione nazionale spetta di fissare norme quadro e i minimi salariali anche in base all’inflazione programmata, mentre al livello decentrato viene affidato il compito di ridistribuire i differenziali di produttività e l’eventuale scarto tra l’inflazione programmata e quella reale”:
“Inoltre, l’accordo – continuano i Presidenti di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai – offre maggiori protezioni ai lavoratori dell’artigianato, oggi esclusi dal sistema di ammortizzatori sociali, grazie anche al sistema di welfare che le parti sono chiamate a costruire attraverso l’esercizio della bilateralità. La scelta di privilegiare decisamente una politica salariale regionale è l’opposto del vecchio modello delle gabbie salariali, statalista, uniforme e imposto alla libera contrattazione delle parti sociali. Del resto, appartiene proprio alla tradizione dell’artigianato e delle piccole imprese il modello di relazioni sindacali costruito sul dialogo ed il consenso piuttosto che sul conflitto vecchia maniera”.
Analizziamo, in sintesi, i punti più importanti dell’Accordo Interconfederale.
a) Parte economica – Entro il 31 marzo 2004 saranno rinnovati i Ccnl scaduti e sospesi al 31 marzo 2002 o al 30 giugno 2002 di tutti i settori, relativamente alla sola parte economica, con un aumento complessivo pari al 7,3 per cento (per il 2002: 2,5 per cento, per il 2003: 2,5 per cento, per il 2004: 2,3 per cento); per i contratti collettivi scaduti nel 2003 le categorie interessate possono provvedere a stabilire la copertura economica sulla base dei parametri indicati.
b) Contrattazione decentrata – Dal 1° aprile 2004 sarà avviata la contrattazione
decentrata, che avrà il compito di ridistribuire la produttività del lavoro sulla base di parametri congiuntamente concordati fra le parti a livello regionale, nonché di integrare la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni, in caso di scostamento tra l’inflazione programmata a livello nazionale e l’inflazione reale al momento degli accordi regionali.
c) Enti bilaterali – E’ previsto un ruolo maggiore per gli enti bilaterali in materia
di sostegno al reddito, formazione, previdenza, welfare integrativo, pari opportunità, tutela in materia di salute e sicurezza.
d) Ammortizzatori sociali – Le parti sono impegnate a realizzare un nuovo istituto
al quale concorrono contestualmente risorse pubbliche e private per il sostegno
al reddito dei lavoratori dell’artigianato in presenza di sospensioni e/o riduzioni
dell’attività lavorativa per periodi di breve o media durata.
e) Previdenza complementare – Per rilanciare il fondo pensione di categoria
Artifond, le parti, oltre a prevedere il meccanismo di adesione del silenzio –
assenso e a puntare su accordi regionali, si impegnano ad utilizzare, in modo
più incisivo, il sistema della bilateralità del settore sia nella fase di raccolta
delle adesioni, sia per promuovere una maggiore informazione fra le imprese ed
i lavoratori del settore sulla previdenza complementare.