Il Consiglio Regionale della Campania ha iniziato, nei giorni scorsi, l’esame, approvando anche l’art. 1, della proposta di legge “Norme per la qualificazione, tutela e sviluppo della impresa artigiana.” La proposta era stata licenziata con voto unanime dalla Commissione Consiliare Regionale, nel febbraio scorso, dopo ampia consultazione con le Federazioni regionali dell’Artigianato e con tutte le parti sociali.
La proposta di legge è ritenuta, dalle Federazioni Regionali dell’Artigianato, avendo le stesse collaborato alla stesura, avanzata ed in linea con i tempi.
Il testo all’esame è un punto di svolta necessario per razionalizzare e unificare la normativa esistente e per mettere in campo misure per il sostegno concreto alle imprese di un comparto così fortemente radicato sul territorio e che rappresenta l’eccellenza del made in Campania.
Si tratta di un intervento organico che potrebbe rappresentare un importante passo in avanti della Regione Campania che si doterebbe di uno strumento di regolazione e programmazione mai avuto prima.
La Campania non ha, infatti, mai avuto una legge regionale quadro sull’Artigianato a differenza di tante altre regioni che vi hanno, da tempo, creduto raccogliendo peraltro ottimi risultati negli anni sia in termini di costituzione di nuove imprese che di sviluppo di quelle esistenti con gli intuibili vantaggi di crescita occupazionale, specie giovanile.
L’artigianato in Campania conta circa 80.000 imprese iscritte agli Albi provinciali presso le Camere di Commercio con un totale di addetti superiore ai 200.000 ed è diffuso su tutto il territorio regionale.
Il comparto artigiano presenta caratteristiche peculiari e si confronta con le problematiche tipiche della piccola dimensione d’impresa di cui risente, in forma ancor più accentuata, la difficoltà di accesso al mercato globalizzato, ad espandere la produzione, a crescere dimensionalmente senza perdere la propria natura, ad avviare il passaggio generazionale a formare i giovani ed, infine, il problematico intreccio tra tradizione ed innovazione.
Va considerato nella giusta misura l’impatto che dovrà l’artigianato per le giovani generazioni che, oltre ad essere un’opportunità occupazionale interessante, consente livelli di gratificazione e di empowerment il più delle volte ignorati o sottovalutati. Il connubio inseparabile tra manualità e creatività che caratterizza profondamente il lavoro artigianale richiama, costantemente, il gioco dinamico tra mano e testa come componente fondante dei propri processi di lavoro.
Realizzare un manufatto in legno o in metallo o in stoffa, preparare un dolce o una pietanza, contribuire alla crescita o alla manutenzione di una pianta richiede di certo l’applicazione rigorosa di procedure, ma contemporaneamente consente all’artigiano di esplorare, attraverso la creatività, nuove strade per risolvere un problema e ottenere il risultato atteso.
Inoltre, l’attuale crisi economica e finanziaria non ha risparmiato l’Artigianato e la micro impresa campana con gravi ripercussioni sia sull’occupazione che sulla produzione.
Il Progetto di Legge “ Norme per la qualificazione, la tutela e lo sviluppo dell’impresa artigiana” razionalizza ed unifica legislativamente gli interventi e individua azioni e misure per il sostegno regionale alle imprese mediante interventi selettivi ed efficaci e si pone l’obiettivo di combinare un set di proposte, attraverso uno strumento normativo unico, per offrire risposte alle esigenze in evoluzione del sistema artigiano radicato sul territorio.
Qualificare e sviluppare l’artigianato, in Campania, significa rafforzare la presenza di molte produzioni di eccellenza ( artistico tradizionale, sistema moda, agro-alimentare, ecc.) sia sul mercato interno che internazionale, aumentare la produzione di manufatti e di servizi, incrementare il livello occupazionale e offrire uno sbocco occupazionale di qualità alle giovani generazioni.
Le Associazioni Regionali dell’Artigianato chiedono al Consiglio regionale di continuare l’esame della proposta di legge e di addivenire, nel più presto tempo possibile, alla sua approvazione per far ripartire un settore, anch’esso, colpito dalla crisi che ha però meglio retto rispetto agli altri sia in termini di mortalità imprenditoriale che di occupazione.