Il decreto antifrodi, in vigore dal 12 novembre scorso, introduce diversi strumenti per una lotta efficace all’utilizzo indebito degli incentivi fiscali e svariati controlli dei bonus, ben accolti dal mondo delle costruzioni, ma al tempo stesso si è rivelato fonte di non poca preoccupazione per le modalità con le quali sono state introdotte tali norme.
Nel mirino c’è, innanzitutto, la retroattività dell’obbligo del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità dei costi delle iniziative in corso. Questa norma ha provocato il blocco delle piattaforme che gestiscono le cessioni dei crediti d’imposta da bonus edilizi, provocando non poca incertezza tra gli operatori.
A tal proposito, la CLAAI insieme all’Ance, l’Assolegno di FederlegnoArredo, Legacoop, Confartigianato Cna Costruzioni, Casartigiani e ben altre 10 sigle associative, richiedono di rivedere la norma sui bonus che ha paralizzato i lavori spinti dal 110% e dagli altri crediti d’imposta.
Come associazione diciamo sì ai controlli e alla lotta alle frodi ma intervenendo diversamente sui lavori in corso, soprattutto perché l’attività edilizia è quella che sta spingendo il Pil più di ogni altra.
Questo comunicato apparso il 25 novembre su “Il Sole 24 Ore” è stato sottoscritto dalla CLAAI e da ben altre 16 sigle associative, tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, l’indotto industruale che si riconosce in Federcostruzioni e Federlegno, le imprese di Elettricità futura e Assoesco, al fine di rappresentare l’intero mondo delle costruzioni.
Cliccando qui è possibile consultare le risposte dell’Agenzia delle Entrate ai quesiti più frequenti sul visto di conformità e asseverazione.