Sicurezza sul lavoro: il regolamento deve essere modificato
626: ancora scarsa chiarezza
Al vaglio un Disegno di legge
La “626”, la normativa che regola la delicata materia della sicurezza sul lavoro, così come formulata nel ’94 (e già modificata nel ’96) non va più bene, non è efficace e va riformata.
Questo sembra essere anche l’opinione del Governo, che con il Disegno di legge sulla semplificazione presentato ed attualmente all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, ha chiesto l’assegnazione di una delega per “mettere ordine” nella materia della sicurezza del lavoro e dei lavoratori.
In effetti, se si prendono in esame i numerosi dati raccolti dall’Inail e da alcune indagini svolte dalle Aziende sanitarie locali, dall’entrata in vigore del Decreto, (gennaio ’97) non solo non ci sarebbe stata una diminuzione dei casi di infortunio, ma nel 2000 è stato registrato un incremento dell’1,2 per cento e nei soli primi sei mesi del 2001 si sarebbe verificato un incremento pari allo 0,7 per cento, superando ancora il milione di casi all’anno.
Il Decreto, risultato di un frettoloso recepimento di una serie di direttive europee, come più volte abbiamo notato da queste stesse pagine, non è privo di difetti.
Con l’eccessiva burocratizzazione data alla prevenzione, si è finito col perdere di vista l’obiettivo principale del Decreto, interpretandolo esclusivamente in maniera repressiva piuttosto che orientandola verso la creazione di prassi corrette che fornissero alle imprese un aiuto concreto dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro. L’unica conseguenza è stata l’aumento del lavoro sommerso, poiché per sottrarsi agli innumerevoli oneri imposti dalla normativa tanti preferiscono ricorrere all’elusione ed al lavoro nero. Questa scelta è ancora più ghiotta anche nella “certezza” o quasi di controlli pressoché nulli. Con il disegno di legge presentato, l’esecutivo intende porre rimedio alla poca chiarezza, soprattutto delle norme che regolano le Piccole e Medie imprese artigiane, nonché dell’agricoltura, oltre a definire l’applicazione della normativa alle nuove forme di lavoro, come le collaborazioni coordinate e continuative, per alcuni aspetti già equiparate al lavoro dipendente.
L’iniziativa testimonia sicuramente della sensibilità del legislatore per la tutela di beni a dimensione sociale primaria, quali la sicurezza e la salute dei lavoratori e, seppure con l’inevitabile lentezza dell’apparato legislativo italiano, (il testo del Ddl dovrebbe arrivare in aula a Palazzo Madama entro fine aprile) qualcosa cambierà già entro la fine dell’anno, se non altro per quanto riguarda i controlli maggiormente mirati da parte delle Asl verso quelle realtà produttive più esposte al rischio d’infortuni.
Domenico Berritto
consulente Claai per la sicurezza ambientale e sul lavoro
Per maggiori chiarimenti in merito agli obblighi previsti dal D.Lgs. 626/94 Domenico Berritto riceve c/o la sede Claai di Napoli, il martedì ed il venerdì dalle 16.00 alle 19.00 previo appuntamento.
dal Notiziario CLAAI – Aprile 2002