a cura dell’ufficio Credito
Dal rapporto dell’Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese di CERVED Group sono emersi dati sorprendenti in quello che è stato definito “Trimestre Nero dei Default”
(I° trimestre).
Dall’indagine “Come Pagano le PMI”, tra le imprese puntuali si annoverano le piccole imprese appartenenti a determinati settori (mezzi di trasporto 49%,metalli e lavorazione 47%, sistema moda 46%, sistema casa 42%, prodotti intermedi 41%); invece, tra le imprese ritardatarie sono risultate le medie imprese e le grandi società oltre a PMI di settori che notoriamente vanno avanti a fatica (costruzioni e immobiliari 11%, logistica e trasporti 10%, servizi non finanziari 10.30%, informazione e comunicazione 9,10%) o appartenenti a determinate regioni.
Ma quello che lascia maggiormente sorpresi è il record di fallimenti accompagnato da un record di protesti alle società. Difatti il numero dei protesti elevato a titolari di imprese individuali è risultato in calo rispetto a quello delle società, il cui trend ha raggiunto livelli senza precedenti.
I fallimenti raggiungono il record delle società italiane nel trimestre di avvio 2013. Ma i dati di trend dei mesi successivi sono per niente rassicuranti. Ciò è supportato dai tempi medi di pagamento dei settori su indicati, che vanno da 81 a 102 giorni.
Il secondo record delle società italiane e quello dei protesti che, in larga parte non interessa le imprese individuali.
Da gennaio a marzo 2013 sono state protestate 23.000 società (almeno un protesto per impresa), rappresentando il dato record per trimestre dall’avvio della crisi. L’aumento esponenziale dei protesti interessa tutti i settori economici, in particolar modo quelli manifatturieri e l’edilizia con una determinata classificazione geografica (Centro 16,90%, Nord-Est 12,00%, Sud e Isole 11,40%,
Nord-Ovest 9,00%)
Anche l’ufficio protesti della CLAAI, che da anni aiuta le imprese a riabilitarsi a seguito di uno o più protesti e reinserirsi nel circuito del credito, ha notato l’effettiva diminuzione dei protesti delle ditte individuali – in base alle domande di cancellazione presentate – confermando così la nuova tendenza anche in ambito locale.