di ALESSANDRO LIMATOLA
Fino a qualche anno fa al Sud v’erano Istituti di credito di grande tradizione i cui centri direzionali erano collocati nelle stesse zone in cui operavano.
Le realtà Bancarie più significative sono scomparse a causa della cattiva gestione, troppo spesso dipendente dalla politica dei loro amministratori.
Ciò rese necessario il “salvataggio” da parte dell’Amministrazione centrale che, però, si rivelò un vero affare per chi, all’epoca, accettò di “sacrificarsi”.
Emblematico è l’esempio del Banco di Napoli (s)venduto come un istituto in bancarotta.
Il Sud si è, quindi, lasciato sfuggire “pezzi pregiati“ del proprio patrimonio i quali hanno reso ancor più ricche e solide le Banche del Centro Nord.
Com’è stato possibile tutto ciò?
A nostro avviso per due motivi: il primo perché a tali Istituti è stato attribuito un valore patrimoniale di gran lunga più basso di quello reale (le società di gestione e recupero dei crediti hanno, infatti, dimostrato che era – ed è – possibile chiudere positivamente la quasi totalità delle posizioni); il secondo perché tali istituti avevano – ed hanno – un radicamento sul territorio godendo di fiducia e considerazione dei risparmiatori e delle imprese locali.
Questo è Il Patrimonio vero che sta alla base del “recupero” immediato di clientela (retail e corporate) registrato da tali istituti.
Se, dunque, quanto sopra risponde al vero bisogna considerare che sia la gestione del territorio che il rapporto umano sono essenziali e molto più importanti dei ccdd. Ratings bancari i quali “promuovono” o “bocciano” un’impresa, valutano e decidono sulla base di formule matematiche.
Tenuto conto del terremoto registrato nell’Economia e nella Finanza degli ultimi anni cosa fare per risollevare le sorti delle ns. attività produttive ?
La proposta non può prescindere dalla valutazione dei ns. punti di forza e di debolezza.
L’Italia e’ un paese esportatore, carente di materie prime; ha grande capacità di saper trasformare e immettere sul mercato beni di successo grazie all’inventiva, alla fantasia creativa e anche alla produzione di pezzi necessari al funzionamento di macchinari più o meno sofisticati. Se si gira per il Paese, si capisce che molte aziende, seppur di piccole dimensioni, sono all’avanguardia nella fornitura di produzioni particolari e di successo. Tutto ciò rientra nel made in Italy, che non e’ solo moda, dove, invece, eccelliamo.
Esiste, infatti, un esercito di piccole e medie aziende che sono poi la spina dorsale del Paese.
L’Italia ha raggiunto la posizione che occupa nel panorama internazionale anche grazie all’inventiva ed alle capacità dei nostri piccoli imprenditori.
Questi sono stati assistiti, aiutati e finanziati in loco grazie al rapporto personale costruito con i responsabili delle banche locali che hanno avuto la capacità di adattare le proprie attività alle specificità dei territori.
La penetrazione del mercato ed il ruolo che stanno assumendo le Banche di Credito Cooperativo ne sono la conferma più immediata.
La rete di banche e sportelli locali potrebbero rappresentare un ottimo strumento per veicolare le attività della costituenda Banca del Sud di cui – da un po’ di tempo – si sta parlando.
La Banca del Sud, può avere un ruolo strategico, per far crescere le imprese del Sud – dotate tanto di infinite quanto di inespresse potenzialità – le quali integrerebbero perfettamente con il molto più sviluppato sistema industriale del Centro Nord.
Qual’é l’identikit della Banca del Sud?
A nostro avviso deve svolgere le proprie attività in due grandi aree: la prima destinata ad investire su infrastrutture pubbliche di interesse generale in modo da rendere più raggiungibile ed attraente il territorio del Mezzogiorno d’Italia; la seconda finalizzata a sostenere ed accompagnare quelle piccole e medie imprese che hanno capacità e potenzialità di crescita.
Per questa seconda area il sistema delle Banche di Credito Cooperativo possano efficacemente – come proposto di recente dal Ministro dell’Economia – rispondere alle necessità; ciò anche perché alla base del loro successo vi sono tre “ingredienti” fondamentali: la scelta degli uomini, il senso di responsabilita’ e l’appartenenza.
Le Associazioni di Categoria ed il sistema dei Confidi di loro emanazione sono pronti a fare la loro parte acquisendo anch’esse la responsabilita’ del risultato.
Con un lavoro di squadra si potranno penetrare le realtà locali per condividere necessità ed opportunità offerte dal Mercato.
In estrema sintesi si potranno avvicinare i centri decisionali ai Territori assumendo le migliori decisioni, in tempi assolutamente certi e brevi.