di ACHILLE CAPONE
La notizia della partecipazione dell’Ersva a due fiere – “Natalissimo 2004 – Ferrara 19/21 novembre” e ”Marta & Emporium – Firenze 3/8 dicembre 2004” – ci offre l’occasione per fare il punto sull’attività ( ovvero sull’inattività) di questo “Ente” che dovrebbe creare lo “Sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato campano”. La partecipazione alle fiere si realizza con l’acquisizione da parte dell’Ersva di spazi espositivi al fine di consentire a non più di una decina di artigiani di esporre e vendere i propri prodotti anche direttamente al pubblico.
E’ stata, appunto, una nota inviataci nel mese di ottobre che ci ha ricordato l’esistenza,ancora, dell’Ersva. A dir il vero, vista la lunga inattività ed il perdurante silenzio pensavamo che l’Ersva fosse stata soppressa così come furono soppressi (commissariati) i suoi organismi dirigenti. Invece no! Continua, quasi nell’indifferenza generale, un lungo commissariamento, superiore a dieci anni, lontano da qualsiasi forma di coinvolgimento delle imprese, delle Associazioni dell’Artigianato e senza alcuna programmazione. Ogni tanto si partecipa a qualche fiera (spesso assumono il sapore di vere gite?) per lo più di secondo piano e, soprattutto, senza un disegno organico e complessivo per promuovere sui mercati italiani ed esteri i prodotti artigianali nostrani.
Tali partecipazioni vengono programmate senza alcun raccordo con iniziative similari messe in atto dall’Assessorato Regionale all’Artigianato e da altri Enti; infatti, nello stesso periodo, l’Assessorato partecipa ad “Artigianato in fiera” a Milano e una serie di iniziative mercantili si svolgeranno alla Mostra d’Oltremare.
E poi, sarebbe interessante conoscere l’elenco dei partecipanti alle fiere, visto che gli avvisi sopra citati “improrogabilmente” concedono dieci giorni alle imprese artigiane per “ far pervenire “ la domanda di partecipazione.
Anche la Claai, come ha già fatto la Casartigiani, denuncia, a questo punto, l’inutilità di questo Ente e, in assenza di una rapida e veloce riforma, ne chiede lo scioglimento.
Nell’asfittico bilancio regionale, per il settore dell’artigianato, è senz’altro più utile destinare le risorse necessarie a mantenere l’apparato dell’Ersva – nel 2003 sono stati stanziati oltre tre miliardi delle vecchie lire, nel 2004 è prevista, più o meno, la stessa cifra – al finanziamento di leggi e di provvedimenti che contribuiscono alla crescita delle imprese e dell’occupazione (apprendistato, contributi alla promozione, ecc.).
La mancata riforma dell’Ersva, purtroppo, non è un caso isolato. Negli ultimi anni la Regione Campania, per il comparto dell’artigianato, non ha legiferato e, di fatto, ha reso non operativi i pochi provvedimenti esistenti. Aspettiamo ancora, dopo quasi due anni e dopo la pubblicazione di due “linee guida”, la emanazione del bando per il “nuovo regime di aiuti a favore dell’artigianato”.
Ma ritorniamo all’Ersva: non vi è alcun dubbio che debba essere rifondato.
Come Claai – Associazione dell’Artigianato e delle Piccole Imprese tra le più rappresentative per numero di associati a Napoli e in Campania, non ci sottraiamo sia al compito di proporre i temi della riforma dell’Ersva sia ad intraprendere una azione sindacale nei confronti delle forze politiche presenti nel Consiglio Regionale.
L’Ersva deve essere rifondato con lo sguardo rivolto, soprattutto, alle circa 80.000 imprese artigiane della Campania, alle nuove imprese che ogni anno si affacciano sul mercato,a quelle che perdono colpi e rischiano di sparire dalla scena e a quelle tecnologicamente più avanzate ed attrezzate sulle quali molto conta l’economia della regione. Ciò vale specialmente perché bisogna fare i conti, ogni giorno, con le sfide che il mercato, sempre più globale, pone, con gli incalzanti cambiamenti tecnologici e innovativi e con la crescente competitività.
Pertanto, fra i compiti dell’Ersva deve figurare la collocazione dei prodotti sul mercato interno ed estero, la promozione commerciale e la presenza a mostre e fiere. Oggi non basta più solo produrre bene, ma occorre che il prodotto, il manufatto sia sufficientemente conosciuto e, quindi, richiesto dal mercato; perciò necessitano programmi organici e mirati per sviluppare iniziative promozionali a sostegno dei prodotti stessi.
L’Ente, inoltre, deve sviluppare la consulenza per la costituzione di consorzi e, più in generale, per stimolare l’associazionismo economico, deve occuparsi di scuola e di formazione per l’aggiornamento tecnico e manageriale dei titolari e dei dipendenti, deve promuovere ricerche di mercato e studi socio economici per la coscienza delle realtà territoriali, deve fare informazione e supportare gli Enti locali nei progetti di interventi a favore delle piccole imprese come la creazione di aree attrezzate e la realizzazione dei distretti industriali.
L’azione dell’Ersva dovrebbe svolgersi in collegamento ed in armonia, all’interno della programmazione della Regione, con le Associazioni dell’Artigianato e con tutti gli altri Enti regionali preposti allo sviluppo a partire dal sistema delle Camere di Commercio.
Per realizzare questi scopi, sinteticamente descritti, occorre una direzione capace, espressione delle Associazioni dell’Artigianato e della piccola impresa, che si doti di competenze specifiche e professionali e di personale adatto e senza dannose pastoie burocratiche.
Su questi temi è necessario una unità di azione di tutte le Organizzazioni dell’Artigianato per elaborare una proposta comune ed intraprendere una azione politica in modo da impegnare l’Assessore Regionale al ramo, il Presidente della terza Commissione consiliare e tutti i gruppi politici presenti in Consiglio Regionale.