di ACHILLE CAPONE
Ho partecipato, assieme ai rappresentanti delle altre Associazioni dell’Artigianato, al direttore dell’ERSVA e al presidente dell’ISVE, alla missione commerciale a San Pietroburgo dal 27 al 31 ottobre, organizzata dall’ERSVA.
L’organizzazione dell’intera missione, purtroppo, ha evidenziato talune inefficienze, soprattutto per quanto riguarda il trasporto della merce e il superamento delle barriere doganali.
All’inaugurazione, avvenuta il 27 ottobre alla presenza del Console italiano a San Pietroburgo, di buyers, di rappresentanti dell’istituzioni, della stampa e mass media russa, su circa trenta aziende partecipanti solo per tre o quattro è pervenuta la merce.
Il giorno dopo, il 28 ottobre, sono arrivati i manufatti di altre dodici o tredici aziende e solo nel tardo pomeriggio si sono potuti allestire gli stands.
Per altre dieci aziende, soprattutto del settore oreficeria, corallo, cammei e ceramica la merce, fino a domenica 29 ottobre, giorno del mio ritorno a Napoli, non era arrivata.
I rappresentanti “fortunati” delle imprese artigiane, giustamente adirati, sono stati costretti a svolgere il proprio lavoro in modo precario ed approssimativo mentre quelli “meno fortunati” hanno impiegato il loro tempo come turisti.
Di tutto il programma stabilito poco è stato realizzato. Non si è svolto il previsto dibattito tra la delegazione russa, quella campana ed i rappresentanti della Camera di Commercio locale sui problemi relativi alla penetrazione e commercializzazione dei prodotti campani nel territorio russo, come non si sono svolti altri eventi previsti.
Non è stato prodotto alcun catalogo cartaceo e nessun supporto video necessari ad illustrare lo scopo della missione e le specificità dei manufatti esposti; anche l’allestimento degli stands è stato poco funzionale.
Nonostante tutte queste disfunzioni, c’è da sottolineare che l’individuazione del mercato russo è stato senz’altro indovinato. Infatti, l’interesse dei compratori, dei buyers e dei cittadini di San Pietroburgo che hanno visitato la mostra è stato altissimo, determinando, anche, alcuni significativi affari per le imprese.
A questo punto, considerato che mi sono occupato dell’ERSVA anche altre volte mi è d’obbligo svolgere alcune riflessioni.
Le iniziative che realizza l’ERSVA (per lo più si tratta di partecipazioni a mostre e fiere in Italia e all’estero) possono senz’altro essere utili a condizione che vengano preparate e organizzate con una adeguata informazione agli artigiani sulle problematiche connesse all’esportazione e sulle regole, soprattutto doganali vigenti nei paesi esteri.
Più complessivamente ritengo che l’ERSVA debba essere rifondato, superando l’attuale forma commissariale che dura da oltre un decennio e riaffidando la direzione agli organismi di rappresentanza degli artigiani.
L’ERSVA deve essere rifondato con lo sguardo rivolto, soprattutto, alle circa 80.000 imprese artigiane della Campania, alle nuove imprese che ogni anno si affacciano sul mercato, a quelle che perdono colpi e rischiano di sparire dalla scena e a quelle tecnologicamente più avanzate ed attrezzate sulle quali molto conta l’economia della regione. Ciò vale specialmente perché bisogna fare i conti, ogni giorno, con le sfide che il mercato, sempre più globale, pone, con gli incalzanti cambiamenti tecnologici e innovativi e con la crescente competitività.
Fra i compiti dell’ERSVA, tra gli altri, deve figurare la collocazione dei prodotti sul mercato interno ed estero, la promozione commerciale, la ricerca di nuovi mercati, la presenza a mostre e fiere, la consulenza per promuovere e stimolare l’associazionismo economico tra imprese artigiane, la formazione e l’aggiornamento tecnico e manageriale, soprattutto, dei titolari.
L’azione dell’ERSVA dovrebbe svolgersi in collegamento ed in armonia, all’interno della programmazione della Regione, con le Associazioni dell’Artigianato e con tutti gli altri Enti regionali preposti allo sviluppo, a partire dal sistema delle Camere di Commercio.
Su questi temi è necessario una unità di azione di tutte le Organizzazioni dell’Artigianato per elaborare una proposta comune ed intraprendere una azione politica in modo da impegnare l’Assessore Regionale al ramo, il Presidente della terza Commissione Consiliare e tutti i gruppi politici presenti in Consiglio Regionale