Modifiche al D.Lgs. 81/2008 prosegue l’iter del Decreto correttivo
Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri l’obiettivo è far approvare il Decreto entro l’estate
di DOMENICO BERRITTO
Tra molte polemiche è iniziato mercoledì 20 maggio presso la Commissione Lavoro del Senato l’iter di approvazione delle modifiche al Decreto 81/2008, come previste dallo schema approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 27 marzo.
Il relatore Sen. MORRA (PdL) ha illustrato lo schema del decreto correttivo, sottolineando che esso opera una revisione complessiva della disciplina, ed oltre a correggere taluni grossolani errori materiali ed a semplificare alcuni adempimenti, apporta modifiche ed integrazioni rilevanti.
I lavori proseguiranno nei prossimi giorni al Senato ed inizierà un analogo percorso di approvazione anche alla Camera.
Qualche settimana fa la Conferenza delle Regioni aveva espresso un parere negativo adottato a maggioranza, sullo schema di decreto legislativo di modifica ed integrazione del Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa posizione delle Regioni accoglie e conferma le analoghe osservazioni critiche formulate dalle Associazioni per la sicurezza dalla CGIL, CISL e dalle altre Associazione delle parti sociali e della cultura giuridica e tecnico-scientifica.
Il parere negativo trae origine, secondo le Regioni, da valutazioni strettamente di merito ed in particolare dal fatto che il decreto proposto oltre ad eccedere i limiti della delega, contiene alcune norme, in particolare l’articolo 2 bis e l’articolo 10 bis, che rischiano di comportare una riduzione dei livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Per quanto riguarda l’articolo 2-bis, sebbene la norma proposta parli di “presunzione di conformità alle norme sulla sicurezza del lavoro”, non fornisce sufficienti garanzie in materia, infatti il rispetto di tali obblighi non può essere presunto, ma va accertato caso per caso in relazione a tutti gli elementi mediante i quali viene condotta la valutazione.
Il decreto, sempre secondo la Conferenza delle Regioni, crea, fra l’altro, confusione di ruoli e di soggetti in particolare nella importante azione di prevenzione garantita dalla certificazione.
Per quanto riguarda l’articolo 10-bis, sebbene le Regioni non abbiano formalmente competenza in materia di ordinamento penale, introduce un sistema di esoneri e limitazioni di responsabilità dei vertici aziendali in caso di gravi incidenti quando l’evento “sia imputabile” al fatto colposo del preposto, dei progettisti, dei fabbricanti, dei fornitori, degli installatori, del medico competente o del lavoratore, toccando quindi il tema della prevenzione nei luoghi di lavoro su cui le Regioni hanno indiscusse competenze, per cui la norma presenta profili di illegittimità per “eccesso di delega”.
Il Ministro Sacconi, comunque, ha deciso di portare avanti il testo nelle commissioni di Camera e Senato per l’approvazione definitiva ritenendo il parere negativo della Conferenza più una posizione politica che di merito. Il titolare del Welfare ha anche ribadito che al di là del dato formale saranno apportati dei correttivi al testo proposto puntando a risolvere in particolare il problema delle responsabilità penali in caso di incidenti sul lavoro affinché sia certo il contenuto e le finalità di tale norma.
*consulente Claai
per la sicurezza aziendale
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