Il Decreto Legislativo 152/06 ha introdotto ulteriori oneri a carico delle lavanderie.
Non solo i gestori di attività di lavanderia dovranno come ogni anno comunicare attraverso il MUD la quantità ed il tipo di rifiuto prodotti, ma dovranno anche adeguarsi alle nuove norme a tutela della qualità dell’aria.
Ai sensi della precedente legislazione in materia di emissioni in atmosfera le lavanderie erano considerate attività ad inquinamento atmosferico poco significativo e per esse non era necessaria una vera e propria autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Era, infatti, sufficiente la sola comunicazione alla Regione Campania e la conseguente presa d’atto da parte dell’amministrazione.
La nuova normativa impone la presentazione di una domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera agli enti competenti. Il Decreto Legislativo 152/06 obbliga tutti i gestori di impianti di lavaggio di tessuti a rispettare il limiti delle emissioni di composti organici volatili (COV), prodotti ad esempio all’atto di apertura dell’oblò delle lavatrici e nelle fasi di smacchiatura. I solventi, infatti, utilizzati negli impianti di lavanderia sono prodotti volatili che finiscono nell’atmosfera con danni ambientali e per la salute.
La domanda di autorizzazione deve essere corredata, tra l’altro, del cosiddetto “Piano Gestione Solventi”. Tale piano deve essere redatto con cadenza annuale dai gestori di lavanderie.
Per compilare il Piano Gestione Solventi è necessario annotare i dati relativi alle macchine utilizzate, alla quantità dei capi lavati, al numero dei cicli di lavaggio effettuati giornalmente, alla capienza del cestello, alla quantità di solventi acquistati, alla quantità di percloroetilene caricata in macchina, alle quantità di percloroetilene non utilizzate e giacenti al 31 dicembre di ogni anno ed alla quantità dei rifiuti prodotti.
Sono disponibili presso la CLAAI informazioni relative agli adempimenti da effettuarsi per adeguarsi ai dettati della vigente normativa in tema di emissioni in atmosfera.