di ALESSANDRO LIMATOLA
Dov’eravamo rimasti?!
Al vecchio consiglio regionale in cui le lotte intestine tra i partiti di maggioranza ed opposizione ed ancor più nell’ambito delle singole coalizioni e formazioni avevano di fatto bloccato l’operatività dell’assemblea legislativa regionale.
Superata la fase elettorale costituisce imperativo categorico per il nuovo consiglio ed in particolare per il nuovo esecutivo realizzare politiche di sviluppo a favore del sistema delle piccole e delle medie imprese che, da troppo tempo, versa in condizioni di oggettiva difficoltà.
Per il vero nel quinquennio che ci siamo lasciati alle spalle un po’ di cose sono state fatte.
Ora, però, occorre una svolta senza la quale mai si potrà vincere la sfida della modernità e della competizione sul piano internazionale. La Cina, l’India, ma anche tutte le economie in via di sviluppo continuano ad erodere quotidianamente quote di mercato alle nostre imprese le quali sono molto più esposte delle altre al relativo rischio perché negli anni hanno avuto pochissime risorse a disposizione per investire in ricerca e formazione e, quindi, per innovare i propri processi produttivi ed i propri prodotti.
Beninteso questo non è un problema solo campano, ma meridionale e – sia pure nel medio periodo – nazionale.
Il “rimboccarsi le maniche” è, quindi, quanto mai indifferibile; deve diventare imperativo categorico per tutti.
A questo proposito bisogna, a nostro avviso, partire dalla P.A. all’interno della quale è necessario realizzare un profondo cambiamento culturale. Deve modificare la propria mentalità e soprattutto i propri tempi.
Deve comprendere che il buon governo delle nostre risorse economiche, culturali, paesaggistiche ed intellettuali è la prima condizione per la crescita dell’intera società.
Una P.A. lenta è ostaggio di una burocrazia distratta e gelosa delle procedure amministrative. Su questo terreno il nuovo consiglio regionale deve fare molto sia sul piano della riorganizzazione degli uffici e delle procedure sia sul piano della riqualificazione del personale, primi fra tutti i dirigenti degli uffici.
E’ necessario far comprendere a chi governa quotidianamente i procedimenti amministrativi che la P.A. ha perso in termini di velocità relativa rispetto al mondo esterno.
I tempi dell’economia e degli affari ma, più in generale, della vita quotidiana si sono accelerati enormemente negli ultimi 5/7 anni a causa delle numerose innovazioni tecnologiche che sono piombate prepotentemente nella nostra vita.
Le procedure amministrative purtroppo no ed in molti casi il personale delle P.A. neppure ha compreso l’esigenza di dover velocizzare i propri tempi e le procedure.
E’ noto che una P.A. lenta è un fattore di freno dello sviluppo e non di crescita. Dobbiamo realizzare, ciascuno per la propria parte, le condizioni perché il circuito – attualmente vizioso- inverta la propria direzione e diventi virtuoso.
Le PMI sono pronte a dare il proprio contributo in proposito. Occorrono però segnali dal nuovo consiglio regionale che vadano nella medesima direzione, primo fra tutti un rinnovato impegno a valorizzare l’essenziale ed insostituibile funzione legislativa scarsamente utilizzata nel quinquennio passato. Certo la gestione, specie quella corrente, è importante. Sarebbe illusorio pensare di prescindervi. E’ però necessario programmare e regolamentare le attività della Regione attraverso un’intensa, efficace e seria gestione delle attività consiliari.
Questa è, a nostro avviso, la vera sfida di qualità del nuovo consiglio regionale che, se accettata e superata, darà grandi risultati in termini di crescita sociale ed economica della comunità regionale oltre che consenso e visibilità a coloro che ne saranno gli interpreti.
La Società e gli imprenditori non mancheranno di riconoscerne i meriti!