di ACHILLE CAPONE
Siamo costretti ad occuparci, ancora una volta, degli ultimi provvedimenti regionali per artigianato che, in qualche modo, rischiano di fare più male che bene. Più volte siamo intervenuti per sottolineare come l’insieme della “politica della Regione Campania” per il comparto dell’artigianato presentasse false luci e, purtroppo, reali ombre.
Dopo più di un anno e mezzo dall’abolizione degli incentivi previsti dal titolo I° della legge regionale 28/87 (incentivi per acquisto macchinari, ammodernamenti impianti, ecc.) la Giunta Regionale, negli ultimi giorni dell’anno scorso, finalmente, ha approvato le “Linee guida per l’attuazione del nuovo regime di aiuti a favore dell’Artigianato” che concede contributi in conto capitale o in conto interesse o sottoforma di bonus fiscale alle imprese artigiane che investono. Alle “linee guida”che prevedono, per questo primo intervento, un sostanzioso stanziamento di 15 milioni di euro seguirà uno specifico bando che disciplinerà modi e tempi di realizzazione.
La gestione dell’intera operazione è stata affidata all’Artigiancassa S.p.A.
Proprio l’affidamento all’Artigiancassa della gestione del “nuovo regime di aiuti” e la necessità di “modificare le modalità attuative delle agevolazioni……” (così recita la delibera della Giunta Regionale) ha comportato, la, quasi, immediata sospensione dei termini per la presentazione alle Banche e alle Società di leasing delle domande per l’accesso ai contributi in conto interessi/canoni previsti da leggi nazionali (L. 949/52 e 240/51).
Da quasi un cinquantennio e in tutta Italia i prestiti a tasso agevolati, previsti dalla L.949/52 (cosiddetti prestiti Artigiancassa), hanno rappresentato uno strumento utilissimo per le imprese artigiane permettendo, ad esse, di investire, di rinnovare, di ristrutturare, di ammodernare e di acquisire scorte di materie prime. Ora la Regione Campania mette in forse uno strumento collaudato, ampiamente utilizzato e foriero di consistenti risultati per lo sviluppo dell’imprese artigiane e per l’occupazione.
Il “nuovo regime di aiuti” non può e non deve sostituire la metodologia di accesso al credito agevolato ma deve sommare, ai prestiti agevolati previsti dall’Artigiancassa, i propri incentivi in modo da rispondere positivamente alla forte aspettativa della categoria.
E poi sono diverse le procedure e la natura degli incentivi.
Il “nuovo regime di aiuti” è regolarizzato da un’apertura e chiusura di bando regionale, quindi, non più disponibile per tutto l’anno (procedura prevista per i prestiti Artigiancassa) annullando, in tal modo, l’opportunità di scegliere, per l’azienda, il momento più propizio per investire e interviene, per lo più, con contributi a fondo perduto, invece, l’Artigiancassa tradizionale, interviene solo con contributi in conto interesse. Inoltre, “il regime” esclude l’approvvigionamento di scorte di materie prime ed introduce una premialità, pertanto una disparità, di alcune categorie merceologiche e territoriali rispetto ad altre.
Su questi temi abbiamo chiesto un urgentissimo incontro all’assessore Alois per conoscere i contenuti della nuova convenzione che si stipulerà con l’Artigiancassa e per indicare, chiaramente, quali sono le aspettative della categoria.
A quanto detto, bisogna aggiungere che nessuna novità, per la Regione Campania, è intervenuta rispetto alla “questione dell’apprendistato”. Entro il 31 gennaio scorso molte aziende hanno presentato le domande di contributi ( L.R. 28/87 articolo 13) nella più assoluta incertezza. E’ bene ricordare che su un tema importantissimo come l’apprendistato, in una regione dove la disoccupazione, soprattutto giovanile, è una piaga annosa, negli ultimi anni la Regione ha stanziato pochissimo ed ha complicato le operazioni con provvedimenti cervellotici (L.R. 10/2003 articolo 5) che di fatto hanno reso non operativa la norma.
Su questi temi e su altri di vitale importanza per l’artigianato e le Pmi, come la definizione delle politiche di semplificazione (legislativa e amministrativa) e la realizzazione del decentramento delle funzioni amministrative alle Autonomie locali, è auspicabile un raccordo tra tutte le organizzazioni regionali dell’artigianato per intraprendere una nuova stagione di confronto e, se necessario, di scontro con la Giunta e il Consiglio Regionale.