Il Prefetto Pansa ha ragione: sicurezza e sviluppo, precondizioni per lo sviluppo
Occorre però uno sforzo corale evitando di scaricare sui singoli, istituzioni ed amministratori, il peso del cambiamento
di ALESSANDRO LIMATOLA
Dalle pagine di Den, magazine di questa testata, e dalle cronache cittadine apprendiamo con piacere della sollecitazione rivolta dal dott. Pansa, nuovo Prefetto di Napoli, alle Imprese ed alla Borghesia sul disfattismo e sull’atteggiamento aventiniano e di disimpegno sociale che li pervade.
Con altrettanto piacere notiamo che, in Città, qualcosa si muove sul piano della sicurezza e del coordinamento delle Forze dell’Ordine. Il cambiamento è visibile da alcuni mesi e riteniamo che sia il frutto del sobrio ma intenso e proficuo lavoro svolto dal nuovo Prefetto e dal suo staff.
Del fatto che la sicurezza – intesa a 360° e non solo come questione legata alla criminalità organizzata e “di strada” – sia precondizione dello sviluppo ne siamo convinti e lo diciamo, non da ora, anche attraverso le pagine di questo autorevole Giornale (si vedano per tutti i numeri di Febbraio 2006 ed Aprile 2007).
Non è mai stata nostra intenzione svolgere il ruolo dei facili profeti. Riteniamo, però, che al di là del non difficile compito di denunciare i mali di Napoli ed i limiti dei Napoletani sia indispensabile individuare un metodo che allinei tutti i segmenti della società nello sforzo comune di perseguire obiettivi precisi ancorchè di breve, medio e lungo periodo.
Nel breve, sicuramente utile ed opportuno è il mantenimento – e soprattutto il coordinamento – delle Forze dell’Ordine sul territorio. Certo non ha risolto i problemi della micro criminalità ma è un segnale della presenza dello Stato.
Nel medio e lungo periodo riteniamo però che il Prefetto – o un’unica
Istituzione, centrale o locale – da solo non ce la possa fare perché, al di là e parallelamente alla prevenzione e repressione, va svolta – con il contributo di tutti gli attori sociali (imprese, professioni, lavoro, scuola, famiglie ed istituzioni) – un’intensa attività per combattere, da una parte, i singoli problemi che attanagliano imprese e famiglie (racket, usura,microcriminalità, droga) e, dall’altra, favorire la crescita culturale e sociale della comunità per far sì che determinati comportamenti o modelli siano considerati un disvalore, differentemente da quanto finora avvenuto.
Per questo auspichiamo che il Prefetto incontri e metta intorno ad un tavolo non solo i responsabili territoriali delle Forze dell’0rdine ma anche le Associazioni – imprenditoriali e sindacali – più rappresentative operanti sul Territorio, al fine di condividere sforzi e responsabilità, tenendo presente che la storia presente e passata ci ha insegnato che una singola Istituzione per quanto importante non è in grado di far compiere ad una Comunità una svolta economica e sociale, importante e decisiva, come quella che auspichiamo.
E’ necessario, in altre parole, che le Istituzioni e le Organizzazione di rappresentanza di interessi diffusi – come il sasso nello stagno – animino un movimento sociale in grado far comprendere ad Imprese e Cittadini che il cambiamento ci può essere, dipende solo da Noi e non necessita di interventi straordinari!
Dobbiamo far compiere alla Comunità cui apparteniamo quel salto di qualità, quelle prove d’orchestra che oltre ad essere finora mancate hanno rappresentato il primo, forse il più importante, freno alla crescita economica e sociale del nostro Territorio.
Un impegno corale consentirebbe di agire sulle coscienze collettive evitando ai singoli sforzi tanto straordinari quanto vani e di produrre risultati significativi e di lungo periodo.
Per quanto ci riguarda siamo disponibili a fare la nostra parte profondendo tutto l’impegno che ci verrà richiesto; nel contempo siamo fiduciosi che la Prefettura napoletana sappia raccogliere e valorizzare e coagulare le reali competenze e disponibilità provenienti dalle Organizzazioni di rappresentanza del mondo economico – produttivo e dalla società civile.