A partire da lunedì 1° settembre, i titolari di partita Iva potranno detrarre l’Iva sulle spese di vitto e alloggio sostenute per i dipendenti in trasferta.
La nuova misura è contenuta nel decreto 112/08 recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” ed è divenuta operativa in seguito alla conversione nella Legge n.133 (testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 agosto) del decreto medesimo.
Si tratta di una novità di un certo spessore che apporterà notevoli cambiamenti sia per le aziende ed i dipendenti.
Ai sensi dell’articolo 83 comma 28-quater, «le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande […] sono deducibili nella misura del 75 per cento». L’importo non dovrà essere comunque superiore al 2% dei compensi percepiti all’interno dell’esercizio. In sostanza l’articolo elimina la limitazione al diritto di detrarre l’Iva previsto dall’articolo 19-bis del Dpr 633/1972.
Sia le aziende che i dipendenti dovranno, dunque, adeguarsi a questi cambiamenti. I dipendenti dovranno richiedere ad ogni spesa per bevande, cibo e soggiorno non più la semplice ricevuta fiscale, ma la fattura intestata all’azienda per la quale si sta lavorando. Un elemento questo che risulterà determinante ai fini della detraibilità dell’Iva