di ALESSANDRO LIMATOLA
La vicenda Alitalia, pur nella sua drammaticità, costituirà forse un passaggio fondamentale nelle Relazioni Sindacali.
Il “ No” ed il successivo “si” di una parte del mondo sindacale costituisce risposta evidente ed immediata al sentimento che una quota – via via più significativa – non solo della società ma anche del lavoro dipendente ha mostrato verso un certo modo di intendere le Relazioni Sindacali.
Occorre, dunque, anche in questo settore,una svolta che prescinda da approcci ideologici i quali, fino ad oggi, hanno ingessato, di fatto, i rapporti sindacato-imprese e, di certo, non aiutato il mercato del lavoro a svilupparsi;mercato che, nelle aree del Mezzogiorno, forse non è mai stato tale. Infatti, perché vi sia è necessario avere una domanda ed un’offerta; nel Sud dell’Italia (c’è stata e) c’è, quasi solo, un’offerta – in gran parte generica e non specializzata – ma non una domanda.
Dunque, l’esperienza di questi giorni è occasione utile per un salto di qualità verso una modernizzazione del quadro delle Relazioni Sindacali. Si tratta di un banco di prova sul quale si potrà testare il senso di responsabilità delle forze Sociali e gli interessi effettivi e reali per la crescita economica ed occupazionale del Paese.
A questo riguardo precondizioni per la buona riuscita del negoziato, sono, a nostro giudizio,la distanza rispetto alle forze politiche dei soggetti in campo e l’eliminazione di approcci ideologici che, nella storia recente e passata, hanno causato il fallimento di importanti accordi.
E’ un importante passo in avanti di maturità che tutti i soggetti “al tavolo” dovrebbero dimostrare per favorire la rapida definizione di un accordo; di più, di un modello contrattuale che possa andare incontro agli interessi delle imprese e dei lavoratori.
Ciò premesso, il passaggio fondamentale che le parti sociali devono definire è l’esigenza di migliorare la produttività del Lavoro, da un lato, e far crescere le buste paga dei lavoratori, dall’altro.
Su questi punti – che giudichiamo essenziali – si deve svolgere una profonda riflessione la quale deve, però, partire dai capisaldi della riforma contrattuale: l’ampliamento della contrattazione collettiva di secondo livello, destinata a creare nuovi spazi per legare maggiormente i salari alla produttività ed una nuova indicizzazione dei salari che prescinda dal tasso d’inflazione programmata, utilizzato negli ultimi anni con scarso successo per tutti gli attori del Sistema.
Riteniamo,tuttavia,che si debba aggiungere un terzo punto oggetto delle Relazioni Sindacali: la previsione obbligatoria dell’aggiornamento tecnico professionale per il mondo del lavoro subordinato.
Questa è, a nostro giudizio, la strada per avviare a soluzione il problema della stagnazione dell’occupazione, specie al Sud, ed il progressivo calo di produttività del Lavoro.