Sempre più allarmanti le cifre degli incidenti sul lavoro
Nel mondo 2 milioni di vittime
La negligenza può costare cara
di DOMENICO BERRITTO*
E’ stata pubblicata recentemente dall’Ilo – International labor organization (l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia sociale e il riconoscimento universale dei diritti umani nel lavoro) la notizia secondo la quale sarebbero 2 milioni i lavoratori che perdono la vita ogni anno a causa di incidenti sul lavoro o in seguito a malattie professionali. E questa, purtroppo, sarebbe solo la punta dell’iceberg.
Lesioni in crescita
Le stime più recenti, relative all’anno 2000, fissano a 2 milioni i decessi sul lavoro (ciò significa che ogni giorno a morire sono circa 5mila lavoratori) lasciando intendere che, per ogni incidente mortale si contano dalle 500 alle 2000 lesioni professionali e che per ogni malattia professionale che porta alla morte se ne contano altre 100 che obbligano i lavoratori ad assentarsi dal posto di lavoro. A peggiorare la situazione ci sono i dati che riguardano i minori: sono 12 mila ogni anno i bambini a morire a causa di lavori pericolosi.
In Italia le stime elaborate dall’Inail parlano di un tristemente consolidato bilancio di 1.300 morti bianche con oltre un milione di infortuni l’anno.
Più della metà degli incidenti mortali, delle ferite e delle malattie professionali accade nel settore agricolo che occupa più del 50 per cento dei lavoratori mondiali. Le vittime sono particolarmente numerose nei paesi in via di sviluppo nei quali un gran numero di lavoratori è concentrato nel settore primario (agricoltura e pesca) e nelle cosiddette “industrie estrattive” (miniere e cave), di gran lunga considerati i settori di attività più pericolosi.
Nei paesi industrializzati hanno invece rilevato una sensibile diminuzione del numero dei feriti gravi in seguito alla modifica strutturale della natura del lavoro e dei reali miglioramenti apportati ai luoghi di lavoro per renderli più sani e sicuri.
L’evoluzione del tipo di lavoro ha tuttavia generato nuovi rischi tra i quali si ricordano disturbi muscolo-scheletrici, stress e problemi psicologici, reazioni asmatiche e allergiche e problemi dovuti all’esposizione ad agenti pericolosi e cancerogeni come l’amianto, le radiazioni e i prodotti chimici.
Ovviamente anche il costo economico degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali è in rapida crescita.
E, anche se sembra impossibile valutare con esattezza il valore di una vita umana, se lo si calcola sulla base delle indennità versate, si può stimare che il 4 per cento circa del Pil mondiale sparisce a causa degli infortuni sui luoghi di lavoro: per l’assenza di lavoratori sul posto di lavoro, per il processo di guarigione della malattia, per l’incapacità di lavorare e per le pensioni di invalidità.
La copertura dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro varia enormemente a seconda delle zone geografiche. I lavoratori dei paesi nordici, per esempio, godono di una copertura quasi universale a fronte di nessuna copertura nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo.
In altri casi invece, nei paesi sviluppati, la protezione contro gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali non si estende alle volte che alla metà della manodopera.
Occorre organizzarsi
Naturalmente laddove un reale dialogo sociale ha luogo e laddove esiste una coscienza collettiva, i rischi per la sicurezza e la salute legati all’esposizione dei pericoli sono molto ridotti; inoltre, dove i lavoratori e gli impiegati possono organizzarsi liberamente e negoziare, la situazione migliora in modo sorprendente.
Queste constatazioni dovranno essere naturalmente alla base delle strategie future di promozione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, anche per il Governo Italiano che si appresta nei prossimi mesi a rivedere in modo “sembrerebbe” radicale l’attuale normativa in materia di sicurezza.
*consulente Claai per la sicurezza ambientale sul lavoro
Per maggiori chiarimenti in merito agli obblighi previsti dal D.Lgs. 626/94 Domenico Berritto riceve c/o la sede Claai di Napoli, il martedì ed il venerdì dalle 16.00 alle 19.00 previo appuntamento.
dal Notiziario CLAAI -Gennaio 2003