Sicurezza sul Lavoro
IL PROBLEMA ESISTE, MA NON SI RISOLVE CON UN BOMBARDAMENTO DI NORME
Nonostante la scottante attualità, il fenomeno è in calo e nell’artigianato i dati sono in ancor maggiore riduzione
Non c’è dubbio che le sciagure di questi ultimi tempi sollecitino impegni concreti a fronte del problema della sicurezza sul lavoro, ma va anche detto che l’artigianato, settore per eccellenza di quella piccola impresa alla quale spesso viene imputata di minore attenzione, fa rilevare dati in costante riduzione rispetto agli incidenti sul lavoro.
A livello nazionale, nei settori più a rischio l’artigianato presenta un indice di frequenza–infortuni decisamente più basso di quello dell’industria (nelle costruzioni artigianato al 5,28% contro il 5,70% dell’industria; 5,63% contro il 6,48% nella lavorazione metalli; 5,43 contro il 6,16% nelle altre lavorazioni). In Lombardia nel 2004, sul totale delle imprese artigiane, l’incidenza degli infortuni è stata del 3,54%. Nel 2005 è scesa al 3,46% nel 2006 si è attestata al 3,31% mentre lo scorso anno un dato ancora ufficioso la colloca al 3,18%. Anche i casi mortali sono in flessione (dai 63 episodi del 2004 ai 52 del 2007 con un calo del 165). Gli incidenti nel settore artigiano, nel 2006, sono poco più del 15% del totale registrato nella regione.
E’ chiaro che c’ una crescente e legittima percezione del fenomeno dovuta sia ad una maggior doverosa attenzione da parte dei media sia alle drammatiche dimensioni delle perdite umane, ma non crediamo sia giusto parlare di emergenza quando i dati indicano una costante contrazione degli infortuni sul lavoro. In Italia dal 2006 al 2007 l’incidenza generale è scesa dell’1,6% e gli incidenti fatali, negli ultimi dieci anni, sono calati del 24,5%. Senza contare che circa il 20% degli infortuni avviene sulle strade (il cosiddetto “incidente in itinere”). Intendiamoci, ia guardia va tenuta alta e rafforzata perché stiamo parlando della salute e dell’incolumità dei lavoratori e non ci si può consolare pensando che la mortalità negli infortuni domestici, in Italia, è di quattro volte superiore e supera gli 8.000 casi all’anno. Chi lavora deve essere tutelato e deve avere la possibilità di tutelarsi. Anche quando si arrivasse, per assurdo, ad un solo incidente all’anno, occorrerebbe lavorare per eliminar e anche quello. Ma è anche vero che gli artigiani guardano con una certa preoccupazione alla possibilità che il problema della sicurezza venga affrontato “imbottendo” le piccole aziende di nuovi adempimenti, talvolta sproporzionati a imprese poco più che familiari.
C’è il rischio oggettivo che un eccessivo carico di norme finisca per demotivare gli imprenditori e anche i lavoratori. E’ invece indispensabile investire sulla sicurezza, attraverso la formazione e l’informazione, moltiplicando l’efficacia degli interventi ispettivi sia centrali che territoriali. E crediamo anche che vada valorizzato il ruolo delle organizzazioni di categoria come la nostra dando credito al rapporto diretto che possono vantare con le imprese e le loro potenzialità formative.