La manovra finanziaria per l’anno appena iniziato
DISPOSIZIONI COERENTI, MA ABBIAMO DELLE RISERVE
Il metodo di discussione e confronto con le parti sociali rimane insoddisfacente
La manovra finanziaria approvata dal Parlamento e presentata dal presidente del Consiglio dei ministri in occasione della conferenza stampa di fine anno merita un “sì condizionato”.
Sicuramente breve è stato il tempo di adozione del provvedimento, essendo stato rispettato l’iter stabilito.
Del pari apprezzabile è la coerenza delle disposizioni ivi contenute con il programma presentato agli elettori dall’attuale maggioranza parlamentare.
Il giudizio finale va, però, sospeso sia rispetto al metodo di discussione e confronto con le forze sociali, che il Governo pare voglia rinnovare, sia rispetto al contenuto dei provvedimenti concernenti le materie oggetto di delega parlamentare.
La volontà di ammodernamento del Paese deve andare a braccetto con il confronto sui temi principali e con la verifica della sussistenza dei presupposti di fattibilità dei provvedimenti promessi, primo fra tutti quello concernente la copertura finanziaria.
Pur non dovendosi fare barricate sul metodo della concertazione non si potrà non prendere atto che lo stesso, sia a livello centrale che territoriale, ha dato finora buoni frutti.
In altre parole, si può discutere su nuove formule di confronto che possano accelerare i tempi delle decisioni; è necessario, però, discutere su una proposta precisa. Questa dovrà essere ovviamente formulata da chi considera inadeguato il modello della concertazione.
Altra incognita è costituita dal contenuto dei provvedimenti concernenti le materie oggetto di delega al Governo: fisco, lavoro e previdenza.
Si tratta delle più importanti per l’Economia e per lo sviluppo del Paese e sulle quali occorre prestare la massima attenzione e vigilanza.
L’utilizzo dello strumento della delega al Governo ed i tempi in cui la stessa dovrà essere esercitata appaiono un primo passo in avanti rispetto alla più volte auspicata maggiore velocità dei tempi di adozione dei provvedimenti della pubblica amministrazione.
Finora, poiché i tempi delle leggi non sono stati mai al passo con quelli dell’economia, il sistema normativo complessivo più che a regolamentare è servito a frenare l’iniziativa privata .
Occorre vigilare sul contenuto dei provvedimenti e sul metodo di confronto, tenendo presente che il compito fondamentale è quello di lavorare affinché il “Sistema Italia” recuperi competitività per incrementare lo sviluppo e l’occupazione.
Questi costituiscono inoltre le uniche carte vincenti per aumentare il peso dell’Italia sia in ambito nell’Unione europea che in ambito internazionale.
Al riguardo non va sottovalutato che, dopo essere stata realizzata l’unificazione monetaria, il prossimo traguardo in campo comunitario sarà l’unificazione politica degli stati membri e la realizzazione di un unico maxi stato, su base regionale.
Poiché l’Italia non può rinunciare a perseguire tale obiettivo, gli interventi dei prossimi anni dovranno necessariamente essere adottati guardando, nel contempo, agli equilibri interni ed ai riflessi che produrranno sulla competitività e sul peso dell’Italia.
Per questi motivi, poiché non sono ancora chiare le intenzioni del Governo – sul metodo e sul merito relativi all’esercizio delle importantissime deleghe attribuitegli, a larga maggioranza, dal Parlamento – il giudizio sulla legge finanziaria 2002, al di là di un positivo giudizio di massima, non può che essere sospeso.
Se ne riparlerà a cose fatte.
Alessandro Limatola
dal Notiziario CLAAI – Gennaio 2002