Il parere dei Direttori dei Confidi dell’Artigianato
Il maggior numero dei Confidi della Campania ha necessità di aumentare il potere contrattuale nei confronti del sistema bancario, di accrescere il numero dei soci, di ingrandire il proprio patrimonio e di allargare la sfera di attività a tutto il territorio regionale per contribuire alla ripresa e allo sviluppo delle PMI.
Il nuovo regolamento per l’erogazione di contributi in favore dei Confidi approvato dalla Camera di Commercio di Napoli, in vigore a partire dal 2011, e le scelte, sempre in materia di incentivi ai Confidi, operate dalla vecchia Giunta della Regione Campania determinano scenari nuovi e, forse, anche più complicati.
E’ bene specificare che la Camera di Commercio di Napoli, stabilendo nuovi e diversi parametri di patrimonio netto ed attività finanziaria, costringe i Confidi di non grosse dimensioni ad interrogarsi e a mettere in campo strumenti adeguati per poter accede alle provvidenze, mentre, la Regione Campania non riesce a rendere operativo quanto previsto dalla L.R. n. 10/08, pertanto ad erogare i fondi già stanziati. Anzi la stragrande maggioranza di Confidi è stata costretta a produrre ricorso al TAR contro il “Disciplinare” previsto dalla citata legge regionale.
Il tutto in un periodo di acuta crisi che non risparmia l’artigianato e le piccole imprese e in un momento di forte difficoltà , per le PMI campane, nell’accesso al credito.
Alla luce di questi nuovi scenari abbiamo chiesto ai direttori dei Confidi di riferimento dell’Associazioni dell’Artigianato: Antonio Cioffi – CREDITART/CLAAI, Ciro Frate – Artigiancredito /CNA e Amedeo Amarante – Centrale Garanzia Fidi / Confartigianato, di illustrare il loro punto di vista sulla situazione attuale e indicare le possibili misure da attivare per evitare conseguenze, ancora più, disastrose per l’artigianato e le PMI della Campania.
Antonio Cioffi (CREDITART/ CLAAI) Non v’è dubbio che se confrontiamo il “sistema confidi” della Campania ad altre zone del Paese registriamo, ancora, un quadro poco edificante fatto da ritardi normativi, da debolezze strutturali e da una complessiva sottovalutazione delle potenzialità.
Tale situazione è stata determinata, anche, da scelte scellerate ed incomprensibili come dimostra il “Disciplinare” di attuazione della Legge Regionale 10/08, che tende ad escludere dal beneficio della garanzia oltre il 60% delle piccole e medie imprese campane e come il nuovo regolamento della CCIAA di Napoli che a fronte di una perfezione tecnico/legislativa opponeva una miopia strategica tendente ad escludere, da un giorno all’altro, più della metà dei confidi che fino ad allora avevano usufruito dei contributi camerali.
Il “sistema” per essere tale non ha bisogno di farsi guerra ma di procedere unitariamente con una maggiore disponibilità, da parte delle Istituzioni, all’interlocuzione ed al confronto attivo, per arrivare a scelte condivise avendo come obiettivo solo ed esclusivamente il bene delle imprese.
Tutti i protagonisti – Confidi, Banche, Istituzioni – ognuno con le proprie ragioni e con le proprie specificità deve essere alla ricerca di un salto di qualità e rafforzamento del necessario “sistema della garanzia”.
Ritengo che ciò, innanzitutto, debba avvenire con un rafforzamento patrimoniale, finanziario ed organizzativo dei Confidi.
L’approccio, le valutazioni e le ipotesi già messe in campo, assieme ai colleghi Frate ed Amarante, per la creazione di un soggetto unico, capace di accompagnare adeguatamente le imprese e di facilitare l’accesso al credito a tutto il mondo dell’Artigianato e delle PMI, in questo momento di acuta crisi, rappresenta la migliore risposta.
Mi aspetto che anche gli altri attori del sistema, Istituzioni e Banche, facciano la propria parte fino in fondo in modo unitario e con scelte condivise per diventare punto di riferimento dello sviluppo delle PMI campane.
Ciro Frate (Artigiancredito/CNA) Il sistema dei confidi è stato chiamato ad uno sforzo straordinario per affrontare le conseguenze della crisi economica che sta pesando in modo consistente sul mondo delle imprese artigiane.
In Campania, dove scontiamo complessivamente una particolare debolezza del sistema dei confidi, l’Artigiancredito, confidi della CNA, ha aumentato i punti di ascolto e di raccolta di domande di garanzia, aprendo appositi sportelli in tutte le province. Certo con la dovuta prudenza, ma con la consapevolezza che il ruolo dei confidi è quello di sostenere il livello di credito alle PMI. Come risultato abbiamo avuto il raddoppio delle pratiche garantite nell’ultimo semestre, non solo per gli investimenti, ma anche per il consolidamento di passività a breve e per la sostituzione di linee di credito non garantite con linee di credito garantite.
Ma, al di là degli sforzi compiuti, vi è la consapevolezza che la forza contrattuale dei confidi è sempre più un fattore decisivo per dare risposte adeguate.
Non possiamo nascondere la nostra amarezza per la mancata attuazione della legge regionale di sostegno ai confidi, a causa delle contraddizioni che il “disciplinare” ha introdotto bloccando, di fatto, la sua operatività. Ancora una volta una occasione mancata.
Un’attenzione diversa, invece, merita il nuovo regolamento della Camera di Commercio di Napoli. Questo, per i requisiti minimi di accesso previsti, sia pure con la necessaria gradualità, unitamente agli adempimenti sempre maggiori a carico dei confidi (antiriciclaggio, controgaranzie ecc..) rendono di forte attualità la necessità di accelerare sull’ipotesi di aggregazione per costituire un Confidi unico ed unitario del mondo dell’artigianato con una maggiore visibilità e forza contrattuale e con minori diseconomie, attualmente inevitabili.
Amedeo Amarante (Centrale Garanzia Fidi / Confartigianato): E’necessario che i Confidi rappresentino sempre più un punto di riferimento di rilievo per la microimpresa quale strumento per facilitare l’accesso al credito.
Concordiamo sul concetto che è urgente avere Confidi solidi ma ciò non deve snaturare il loro ruolo fatto di capacità di garantire anche piccoli importi a costi contenuti per le imprese.
Bisogna premiare, e mi riferisco all’intervento pubblico (Regione e Camera di Commercio) non solo Confidi già patrimonializzati, in gran parte già con danaro pubblico, ma soprattutto le strutture fortemente operative e radicate sul territorio con risorse destinate ai fondi di garanzia che ne migliorerebbero l’operatività a totale vantaggio delle microimprese.
Negli ultimi anni si è verificata una significativa “selezione naturale” costringendo alla chiusura o alla aggregazione molti Confidi; infatti, oggi in Campania esistono e operano non più di 15/16 organismi di garanzia quasi tutti collegati alle maggiori organizzazioni datoriali.
Non condividiamo, pertanto, alcuni dei criteri previsti dal nuovo regolamento varato dalla Camera di Commercio di Napoli che finirà per avvantaggiare i Confidi più patrimonializzati che potrebbero essere poco interessati a garantire il credito degli artigiani e delle piccole imprese.
La Regione Campania ha deluso le aspettative del mondo imprenditoriale non riuscendo a concretizzare gli interventi previsti dalla Legge Regionale n. 10/08. La speranza è che il neo Presidente e la costituenda Giunta Regionale provvedano in tempi brevi a rimuovere quegli ostacoli che hanno impedito, fino ad oggi, l’erogazione di importanti risorse destinate a garantire il credito alle imprese.